Di Maio, attacco finale ai Benetton: «Né in Autostrade né in Alitalia»

di OPEN

Di Maio taglia fuori i Benetton dal salva-Alitalia. E la holding minaccia: «Gravi le parole del vicepremier, danneggiano la nostra azienda»

Lo scontro tra Luigi di Maio e la famiglia Benetton continua. Un braccio di ferro su revoche e rivendicazioni che è partito lo scorso 14 agosto, giorno del crollo del ponte di Genova, e continua oggi sul caso Alitalia. E che preoccupa gli imprenditori tanto da aver minacciato azioni legali contro il ministro del Lavoro: «Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio – hanno dichiarato – perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa».


Il punto è chiaro: Di Maio vorrebbe revocare ad Atlantia (la holding di Benetton) la gestione di Autostrade, a causa delle responsabilità che imputa alla società a seguito della tragedia genovese. Fermo di questa convinzione, il vicepremier vorrebbe lasciar fuori i Benetton anche dal salva-Alitalia (articolo presente nel dl Crescita approvato il 27 giugno), e cioè non considerarli tra gli investitori dell’aviolinea.


«Ne abbiamo già trovati tre: Delta, Fs e Mef», ha dichiarato il vicepremier. «L’Atlantia, se abbiamo detto ai funerali delle vittime del ponte che revocavamo le concessioni, allora il giorno in cui il governo revocherà le concessioni i Benetton perderanno azioni e valore. Se la mettiamo dentro Alitalia mettiamo in difficoltà anche Alitalia stessa».

Il botta e risposta

Le revoche per Autostrade si faranno, dice in sintesi Di Maio, e quindi Atlantia perderebbe valore di mercato fino a diventare un’azienda su cui non poter far affidamento: «Se le revochiamo le concessioni finisce che mettiamo dentro un’azienda decotta».

Parole pesantisime secondo i dirigenti Atlantia, che avrebbero gli estremi per un’azione legale: «Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Toninelli ha affermato solo ieri “essere ancora in corso”, e determinano gravi danni reputazionali per la società», scrivono in una nota.

«La società – prosegue la nota – si riserva di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders tutti. Si ricorda che, sulla base del contratto di concessione in essere, ogni ipotesi di revoca – ove mai ne venissero accertati i presupposti – richiederebbe il previo pagamento del valore della concessione stessa, nei termini contrattualmente previsti e approvati per legge».

La risposta di Di Maio non si è fatta attendere: «Il gruppo Atlantia e dunque i Benetton hanno appena minacciato di querelarmi perché – a loro dire – le mie parole sulla revoca della concessione ad Autostrade e le mie dichiarazioni su Alitalia potrebbero danneggiare il loro titolo in borsa», ha scritto in un post su Facebook. «E certo, che importa a loro se nella tragedia del Ponte Morandi, quasi un anno fa, morirono più di 40 persone innocenti».

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