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Il gruppo segreto dei poliziotti Usa: gli insulti razzisti sui disperati al confine col Messico

02 Luglio 2019 - 14:15 Redazione
«Non si tratta di qualche uovo marcio», ha commentato su Twitter la deputata democratica. «Si tratta di una cultura della violenza»

Un gruppo Facebook da 9mila iscritti su cui si fanno battute volgari, razziste e misogine sui migranti. Succede negli Stati Uniti, nella pagina segreta “I’m 10-15”, e sulla quale ora sta indagando l’agenzia per la sicurezza alle frontiere, la U.S. Customs and Border Protection Agency.

A denunciare l’episodio è stata la testata noprofit ProPublica che si occupa di monitorare gli abusi di potere. Tra gli iscritti e i commentatori, infatti, c’erano anche diversi poliziotti o ex-agenti.

Screen di ProPublica

«Almeno è già nel sacco della spazzatura», commenta un utente sotto la foto di un migrante messicano che tenta di attraversare il fiume proteggendo suo figlio in una busta di plastica. «Sotto vuoto? LOL», scrive un altro, riferendosi al metodo di cottura degli alimenti che prevede l’uso di un sacchetto.

Tra le persone prese di mira non ci sono solo i disperati che tentano la traversata del confine a sud del Texas. Secondo quanto riportato da ProPublica anche Alexandria Ocasio-Cortez sarebbe stata oggetto di commenti sessisti: un fotomontaggio la ritraeva mentre veniva molestata sessualmente dal Donald Trump.

La parlamentare democratica ha passato gran parte della sua esperienza politica a esprimere sostegno nei confronti dei migranti, criticando le politiche sull’immigrazione di Trump.

«Non si tratta di qualche uovo marcio», ha commentato su Twitter Ocasio-Cortez. «Si tratta di una cultura della violenza». Recentemente la deputata aveva accusato il presidente degli Stati Uniti di aver creato «dei campi di concentramento» al confine con il Messico, denunciando le condizioni delle donne nei centri di accoglienza costrette a bere dai bagni.

«Il problema della pagina 10-15 è andato avanti per anni», ha detto un agente della Border Patrol che ha chiesto di rimanere anonimo per paura delle conseguenze. «Nessuno ha mai fatto niente per fermarlo».

Secondo l’agente, durante le elezioni del 2016 un gruppo di agenti aveva postato commenti omofobi nei confronti di un agente gay che aveva supportato Hillary Clinton. «A nessuno sembrava importare» ha detto l’agente.

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