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Salta la messa per la capitana della Sea Watch, dopo le polemiche il parocco ci ripensa: «Per ora è sospesa»

08 Luglio 2019 - 22:00 Redazione
Don Roberto è stato criticato anche dal ministro delle Politiche Agricole Centinaio (originario di Pavia) che ha bollato l'iniziativa come una «pagliacciata»

Dopo un colloquio con il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, don Roberto Beretta, parroco di Pieve Porto Morone, ha annullato la messa «per Carola Rackete e tutte le donne di coraggio che mettono la Legge di Dio prima della legge degli uomini», programmata per il 12 luglio alle 8.30. A darne notizia è stato proprio il parroco del piccolo centro di circa 2600 anime in provincia di Pavia.

Don Roberto Beretta ha infatti comunicato che «pur continuando a pregare incessantemente come cristiano e prete, da solo e con la comunità parrocchiale per tutti i migranti, per coloro che tra di loro sono morti nei viaggi di terra e di mare in cerca di un futuro umano, e per tutti coloro che in nome dei diritti fondamentali di ogni uomo si prestano ad assistere, accogliere e integrare questi nostri fratelli che il Padre celeste assegna alle nostre preoccupazioni come segno dei tempi nel quale ne va del nostro appuntamento con Dio e del futuro della persona umana italiana e occidentale, dopo un confronto con il Vescovo diocesano si è giudicato opportuno sospendere la messa di venerdì prossimo a Pieve».

La decisione di sospendere la funzione è arrivata anche a seguito delle dure critiche sollevate in mattinata dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Gianmarco Centianaio (Lega) che aveva criticato la scelta di don Roberto con un post su Facebook. 

La critica del ministro leghista Gian Marco Centinaio

L’annuncio della funzione aveva infatti attirato l’attenzione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio che su Facebook ha condiviso la notizia nella mattinata dell’8 giugno.

https://www.facebook.com/gianmarco.centinaio/posts/10220001065486085

«Siamo in un Paese libero quindi accetto (ma non condivido) la scelta di un prete della mia provincia di celebrare una messa per Carola – ha scritto Centinaio sul suo profilo – proprio perché siamo in un Paese libero mi permetto di consigliare al prete di pensare un pochino di più ai propri parrocchiani anziché fare queste pagliacciate».

Tanti i commenti, e gli insulti rivolti al prete della parrocchia di provincia: «Adesso le messe si fanno anche per chi è ancora vivo????», scrive un utente arrabbiato.

C’è chi si spinge oltre: «La Chiesa Cattolica ormai si è consegnata a Satana. Se è vero che le tentazioni del diavolo sono mistificate, il clero non ha saputo vedere nella propaganda, continua e subdola, ad un’invasione incontrollata, composta principalmente da adepti di una religione radicalizzata, la fine prossima del Cattolicesimo».

La replica del prete

Venuto a conoscenza delle critiche di Centinaio, il parroco Don Roberto ha risposto da un rifugio in montagna, dove si trova con alcuni giovani della parrocchia: «Sono più che convinto della mia decisione non penso che per un sacerdote debbano esserci dubbi sul fatto che la Legge di Dio viene prima della legge degli uomini, soprattutto se si tratta di salvare delle persone. Poi mi sembra che anche la giustizia ha stabilito che questa donna si sia comportata in maniera lecita».

L’idea di dedicare la messa a Carola, dice Don Roberto, era nata con due lettere pubblicate il 5 luglio dal quotidiano cattolico Avvenire, scritte da un gruppo di teologi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per esprimere vicinanza alla comandante Rackete che «con la sua disobbedienza civile ha dimostrato una passione per l’umanità esemplare». Tuttavia, dopo il confronto con monsignor Sanguinenti, la funzione è rimasta in sospeso. 

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