YouTube viola la privacy dei bambini per vendere pubblicità: in arrivo una multa milionaria per Google

L’azienda di Mountain View è stata ritenuta colpevole di aver violato la legge che vieta il targeting commerciale per gli utenti di età inferiore ai 13 anni

Il colosso della tecnologia statunitense ha raggiunto un accordo con la Federal Trade Commission (Ftc), l’autorità americana che tutela i consumatori, sulla violazione della privacy dei bambini da parte di YouTube, controllata da Mountain View.


Lo riporta il Washington Post, segnalando che Google è stata ritenuta colpevole di aver violato la legge Coppa (Children’s Online Privacy Protection Act) che vieta il tracciamento e il ‘targeting’ commerciale per gli utenti di età inferiore ai 13 anni. Per l’azienda californiana è in arriva una multa milionaria.


YouTube è stata accusata di aver spiato i bambini che visitano la sua piattaforma raccogliendo i dati per mandare in streaming pubblicità mirate. Il ricorso è stato presentato da oltre 20 studi legali e associazioni dei consumatori

L’indagine

Gli accertamenti erano scattati dalla Federal Trade Commission a carico di YouTube. Le indagini erano nate dopo numerose denunce da parte di gruppi di consumatori e di associazioni per la difesa della privacy che hanno accusato l’azienda di non proteggere i bambini e preadolescenti che utilizzano il servizio di streaming video.

A giugno il Wall Street Journal aveva ipotizzato che Google stesse starebbe mettendo in atto una possibile piccola rivoluzione.

I contenuti destinati ai preadolescenti e ai bambini dovevano essere spostati sulla piattaforma YouTube Kids. Questa scelta, però, avrebbe impattato in modo drastico sui ricavi pubblicitari dell’azienda, dato che i video destinati ai giovanissimi sono tra i più popolari e più remunerativi della piattaforma.

Il caso pedofilia su Youtube

C’è poi un altro caso che ha scosso la piattaforma: quello dei contenuti sulla pedofilia. Oltre il danno di immagine, diversi brand hanno tolto le loro pubblicità. Mosse che hanno portato il sito di condivisione di video ha delle decisioni mai prese in precedenza. La piattaforma, controllata da Google, ha inviato una lettera a brand e creator in cui comunica che verranno disattivati tutti i commenti sui video che ritraggono bambini.

Le eccezioni, come riporta il sito Adweek, ci sono. Verranno risparmiati i canali che già moderano i commenti sotto ai loro video. La limitazione non dovrebbe essere definitiva, ma per il momento, riguarda decine di milioni di video. L’attenzione ai contenuti che circolano in rete sui bambini è sempre più alta. Solo il 27 febbraio la Federal Trade Commission aveva multato per 5,7 milioni di dollari l’app TikTok, una piattaforma che raccoglie brevi video con 500 milioni di utenti attivi. Il motivo? Permetteva ai minori di 13 anni di pubblicare informazioni privatesenza il consenso dei genitori.

Il caso pedofilia di YouTube, i commenti sotto ai video delle bambine

Le acque hanno iniziato ad agitarsi il 18 febbraio. Su Reddit, l’utente Mattwatson07 pubblica un video un cui documenta quello che ha scoperto dopo due giorni di ricerche. Nella piattaforma c’è un wormhole, un collegamento che trasporta gli utenti in un’altra dimensione. Watson parte da chiavi di ricerca che sono già ai limiti delle normative di YouTube: cercando ad esempio «Bikini Haul» si trovano video di donne che provano costumi da bagno, non proprio il tipo di contenuto che la piattaforma punta a diffondere.

Da qui si arriva a un circolo di video apparentemente innocui, fino a quando non si leggono i commenti. Bambine che saltano sul tappeto elastico, che corrono in cortile o semplicemente mentre mangiano. I commenti però tolgono tutta l’innocenza a queste immagini. «Sei bellissima», «Ma che meraviglia» o ancora «Fermate il video a 4:29». Su YouTube, quando si lascia in un commento minuti e secondi esatti del video si crea un timestamp:in pratica cliccando questo numero, il video si ferma direttamente al frame indicato. Sotto questi video i timestamp indicano tutti i momenti in cui le bambine, giocando, mostrano più da vicino parti del loro corpo.

Ad aggravare il tutto c’è la monetizzazione. I video delle bambine sono anticipati dalle pubblicità e quindi chi li ha caricati può anche guadagnare per ogni utente che schiaccia il tasto play. I giornali confermano tutto. Anche noi di Open abbiamo fatto le nostre verifiche. Alcune aziende che hanno investito nella pubblicità sulla piattaforma hanno ritirato il loro marchio.

I troll di YouTube e i commenti per far mettere in difficoltà il canale T-Series

Nel mezzo di tutto questo scandalo c’è anche chi sfrutta la situazione per provare a danneggiare altri canali. C’è una sfida in corso da mesi su YouTube, quella fra i canali PewDiePie e T-Series. Il primo è il canale di Felix Arvid Ulf Kjellberg, il gamer di origini svedesi che per anni ha avuto il più alto numero di iscritti, ora sono 87 milioni. L’altro è quello di T-Series, il canale di una label indiana che si occupa di musica e cinema, appena arrivato a oltre 87 milioni.

La sfida fra i due è talmente accesa che esistono utenti che trasmettono in diretta il conteggio degli iscritti. Il giornale The Verge riporta che per cercare di screditare T-Series molti utenti stanno commentando sotto i loro video utilizzando le stesse parole chiave trovate sotto i video che sono finiti nello scandalo pedofilia.

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