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Autonomia regionale: i dubbi di Conte, la rabbia di Zaia e Fontana: «Non firmiamo un testo farsa»

22 Luglio 2019 - 13:31 Redazione
«Il nostro progetto di autonomia è una cosa seria - dice il governatore del Veneto - non ce lo siamo scritti nel sottoscala»

L’autonomia differenziata è una delle micce che, insieme all’alta velocità Torino-Lione, potrebbe far saltare in aria il governo gialloverde. Dopo le accese polemiche degli ultimi giorni sul tema caro in particolare alle regioni del Nord, i governatori leghisti di Veneto e Lombardia tornano a farsi sentire nel corso di un collegamento su Rai Radio1. «Il nostro progetto di autonomia è una cosa seria – dice Luca Zaia ai microfoni di Radio anch’io – non ce lo siamo scritti nel sottoscala». «Noi non chiediamo un euro in più – dice invece Attilio Fontana – chiediamo solo che lo Stato centrale ci trasferisca certe competenze».

I timori di Palazzo Chigi

Come scrive l’AdnKronos, secondo Palazzo Chigi l’applicazione della «media nazionale» richiesta dai governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per ottenere una diversa ripartizione della spesa provocherebbe «un ingiustificato spostamento di risorse» verso queste tre Regioni «in assenza di una legge che stabilisca nuovi criteri validi per tutti». È questa la considerazione contenuta in una nota dal dipartimento degli Affari giuridici di Palazzo Chigi per il premier Giuseppe Conte, datata 19 giugno. Il meccanismo della media nazionale prevede infatti che per la gestione di una determinata competenza (ad es. l’istruzione) la regione autonoma percepisca dallo Stato l’importo mediamente speso in Italia e non quello sostenuto fino a quel momento. In questo modo, regioni virtuose potrebbero percepire più di quanto hanno percepito finora. Nel documento si evidenzia come la richiesta dei governatori di piena autonomia nelle materie previste dall’articolo 116 della Costituzione «collide con il dettato della Carta». In particolare, il Veneto vorrebbe ottenere l’autonomia in 23 materie, la Lombardia in 20 e l’Emilia Romagna in 16. Restano intanto confermati per domani, 23 luglio, i due tavoli sull’autonomia che si dovrebbero riunire a Palazzo Chigi. I temi in agenda sono la questione delle sovrintendenze dei Beni culturali e la ripartizione dei fondi. Alle riunioni dovrebbero partecipare tutti i ministri e i tecnici interessati.

Zaia: «Il nostro progetto è cosa seria, non scritto nel sottoscala»

«Questo Paese può anche decidere di non adottare l’autonomia differenziata però a questo punto si abbia il coraggio di andare in Parlamento e di modificare la Costituzione, e decidiamo una volta per tutte che questo è un Paese centralista», dichiara il presidente della Regione Veneto a Radio anch’io su Rai Radio1. «Ma i nostri ragazzi che se ne vanno dall’Italia non vanno nei paesi centralisti – prosegue Zaia – vanno dove c’è autonomia e federalismo. Il nostro progetto di autonomia è redatto da un comitato scientifico che ci segue da anni. Non ce lo siamo scritti nel sottoscala. È una cosa seria».

Fontana: «Cambia solo l’erogatore del servizio, non chiediamo un euro in più»

«Io firmo se c’è autonomia finanziaria per la quale ancora ci sono dei dubbi e poi se ci sono delle materie importanti – chiarisce il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – Noi non chiediamo un euro in più, chiediamo che lo Stato centrale ci trasferisca certe competenze che oggi svolge». E prosegue: «Cambia l’erogatore del servizio e chi spende i soldi». «Restiamo aperti al dialogo con il presidente del Consiglio – scrive poi Fontana sul suo profilo Facebook postando la lettera pubblicata dal Corriere – ma non firmiamo alcun testo farsa».

https://www.facebook.com/fontanaufficiale/posts/927883447552532

La lettera di Conte ai governatori leghisti

Le accese critiche dei governatori leghisti, Attilio Fontana e Luca Zaia, hanno spinto il premier Conte a scrivere una lettera indirizzata ai cittadini lombardi e veneti in cui denuncia «insulti inaccettabili» arrivati dalla coppia Zaia-Fontana che comunque si dice disposto a incontrare. Conte ha poi chiarito che «l’autonomia non deve essere una bandiera da sventolare» ma una «riforma per tutta l’Italia». Alla lettera del presidente del Consiglio i due governatori di Lombardia e Veneto hanno replicato con un’altra lettera dai toni duri nella quale hanno sottolineato che non firmeranno «intese farsa» e che sono disposti ad accettare solo testi che porteranno a un autonomia «vera». I due governatori hanno poi ribadito che i testi sul federalismo regionale ai quali lavorano da tempo «rispettano la Costituzione». Dopo la lettera del premier Conte, altri governatori di Regione hanno chiesto di essere coinvolti nel confronto. Tra loro, il presidente della Liguria Giovanni Toti, quello siciliano Nello Musumeci e il toscano Enrico Rossi.

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