Trieste, scandalo per il bagno dei migranti, ma silenzio su tutti gli altri che lo fanno

Un fatto realmente accaduto, ma non risulta un caso isolato e riguarda giovani, studenti e turisti

Gli operatori di Tele4 si trovavano proprio in zona per alcune riprese giornaliere quando il giornalista Marco Stabile, durante il ritorno in redazione, si accorge da una foto pubblicata sui social dove tre ragazzi stavano facendo il bagno e stavano lavando i propri vestiti presso il Molo Audace di Trieste. Di corsa, tanto da dimenticarsi di togliere gli occhiali da sole, si dirige presso il posto insieme al suo operatore per intervistare i tre che poi risultano essere afghani.

A seguito del servizio andato in onda il 30 luglio 2019 diverse testate giornalistiche, come Il Giornale, titolano il 31 luglio «Trieste, migranti si lavano e fanno il bucato in centro: “Pensavamo fosse una piscina”». Quest’ultimo articolo è stato poi condiviso dal ministro dell’Interno Matteo Salvini il primo agosto 2019 commentando con un secco «Roba da matti!!!».

La condivisione Facebook dell’articolo de Il Giornale nella pagina di Matteo Salvini.

Foto scattata in «centro» a Trieste?

Da parte de Il Giornale c’è una forzatura nel titolo. Infatti, rispetto a Tele4 e ai quotidiani locali come Il Piccolo, ritiene che la foto sia stata scattata in pieno centro a Trieste mentre si tratta in realtà si trovavano presso il Molo Audace. Dalla fotografia, dalle riprese ti Tele4 e tramite Google Maps è possibile trovare il punto dove si trovavano i tre:

Il Molo Audace si trova nelle dirette vicinanze di Piazza Unità d’Italia, la principale e più conosciuta di Trieste. Per chi conosce la città al sentire «centro» verrebbero in mente altri luoghi, come il Canal Grande dove troviamo il Passaggio Joyce e il Ponte Rosso.

Nella foto il Molo Audace a sinistra, in basso Piazza Unità d’Italia e più a destra e centrale il Canal Grande e il Ponte Rosso.

La «piscina»

Arriviamo, infine, alla questione «piscina». Uno dei tre, intervistato da Tele4, avrebbe dichiarato di aver confuso il Molo con una piscina. Un fatto davvero insolito, visto che si trovava praticamente in mare e l’acqua non è nemmeno dolce. Ci si domanda se il migrante non avesse detto «swimming pool» bensì «swimming hole», ma nel servizio la sua voce viene coperta da quella del traduttore in italiano. Una volta contattata la redazione del canale televisivo triestino, il giornalista Marco Stabile ci inoltra il video senza la voce dell’operatore italiano permettendoci di confermare le esatte parole del ragazzo: «swimming pool», piscina.

Come spiegato anche da Marco Stabile al telefono, è possibile che i ragazzi non abbiano mai avuto a che fare prima d’ora con il mare e che non sapessero che lavare i propri vestiti nell’acqua salata del molo non fosse proprio la soluzione ideale. Certo è che affermando di averla confusa per una piscina risulta più facile la forzatura con il luogo riportato nel titolo de Il Giornale, e cioè il «centro».

Il divieto di balneazione

In un articolo del 31 luglio 2019 de Il Piccolo troviamo le dichiarazioni della Capitaneria di Porto in merito al divieto di balneazione, con multe che possono arrivare a 200 euro, ma in questo caso non si parla dei migranti afghani quanto di alcuni giovani che si erano tuffati accanto ai gradini della Scala reale proprio davanti a Piazza Unità d’Italia di fronte ai cittadini triestini e i turisti presenti in zona.

L’articolo del 31 luglio 2019 de Il Piccolo

Non solo, nell’articolo non si parla di un singolo episodio e che il gesto risulterebbe frequente nelle ultime settimane:

Scala Reale e Molo Audace scambiate per trampolini da tuffi. Nelle ultime settimane “clanfe” e gesti più o meno atletici di quel tipo sono stati spesso segnalati e immortalati sui social. Gli autori per, è bene saperlo, rischiano grosso: chi viene beccato può andare incontro a multe salate, che possono sfociare anche nel penale. La Capitaneria di Porto avverte che non farà sconti: dopo i richiami verbali dei giorni scorsi, quindi, si passerà alla sanzione.

Si parla di social, infatti nell’articolo si riporta che diversi scatti fotografici sarebbero stati condivisi sui profili private e pagine Facebook il 28 luglio 2019. Non solo ragazzi e ragazze intenti a tuffarsi in acqua, ma anche ammollo seduti sugli ultimi gradini a godersi il sole. Gesti che vengono compiuti anche dai turisti, anche presso il Molo Audace:

Tra gli utenti dei social, c’è chi se la prende con i giovani, accusandoli di maleducazione, chi pensa che il gesto sia una semplice bravata, e chi addirittura le difende, ipotizzando che forse non erano a conoscenza del divieto di balneazione. Stesso copione anche sul vicino molo Audace, dove a scendere dalle scalette in pietra, senza troppi pensieri, sono stati alcuni giorni fa anche alcuni turisti, che probabilmente per combattere la calura si sono fatti una breve nuotata. Qualcuno ha cercato refrigerio, sempre in costume, immergendosi per qualche minuto, prima di riaffiorare e rivestirsi rapidamente. Tutto vietato.

Il titolo de Il Piccolo cita il Molo Audace così come Tele4, entrambi corretti nel riportare il luogo esatto del fatto ai propri lettori e telespettatori.

Conclusioni

Il fatto è avvenuto realmente, tre afghani si sono recati presso il Molo Audace di Trieste – non propriamente «in centro» – per fare il bagno e lavare i propri abiti (non risulta da nessuna parte, neanche dalle foto, che abbiano usato prodotti o sapone per il lavaggio). Uno di loro ha realmente detto di fronte alle telecamera che credeva di trovarsi di fronte a una piscina, nonostante l’evidente visuale del mare aperto. Forse perché non ne hanno avuto a che fare prima d’ora, del resto lavarci i vestiti è la scelta peggiore.

Il fatto che siano tre afghani arrivati da poco in Italia rende la notizia più appetibile per il grande pubblico rispetto a quella dei giovani e dei turisti che decidono di utilizzare le zone di fronte a Piazza Unità d’Italia e dello stesso Molo Audace come zona di balneazione. Un problema generale che riguarda più protagonisti, ma solo qualcuno è stato considerato dal ministro dell’Interno e dai media nazionali.

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