Salvini incontra (di nuovo) le parti sociali: «Voto anticipato? Lo vedremo anche prima di settembre»

Già durante l’incontro Salvini aveva punzecchiato gli alleati: «La manovra non può essere un gioco delle 3 carte. La situazione del Paese presuppone una manovra che vada oltre la spesa corrente»

Dopo l’attacco sulla Tav, Matteo Salvini continua a punzecchiare gli alleati di governo. E non risparmia parole dure e avvertimenti nella conferenza stampa dopo l’incontro con le parti sociali al Viminale. Un tavolo per parlare di manovra economica che il premier Conte aveva già definito «scorrettezza istituzionale», dopo il primo vertice tra Salvini e i sindacati lo scorso luglio.


«Oggi abbiamo raccolto idee per l’Italia dei prossimi 20 anni. Se riesco ad applicarle bene, altrimenti o le fa qualcun altro o sicuramente non siamo qua attaccati alle poltrone. Questo lo vediamo da qui a breve, anche prima di settembre», ha detto il vicepremier leghista.


E ha attaccato il M5S anche sulle riforme simbolo che hanno incassato nel primo anno di governo insieme: «Dal tavolo è emerso che il reddito di cittadinanza disincentiva la ricerca del lavoro», ha detto Matteo Salvini. Ed è tornato a ribadire che «il reato di abuso d’ufficio blocca il Paese, gli imprenditori me lo hanno confermato. Noi della Lega lo vogliamo abolire da sempre».

Per poi precisare che quelle che ha sollevato non sono critiche sue, ma «delle parti sociali incontrate, di chi le riforme le subisce e sa cosa ha funzionato e cosa no».

L’incontro bis al Viminale

Seduto al tavolo insieme al vicepremier anche Armando Siri, l’ex sottosegretario leghista indagato per corruzione e riciclaggio, nonché teorico della flat tax.

Sono 46 le sigle dei sindacati, delle associazioni e delle imprese presenti al Viminale. Come annunciato nei giorni precedenti, il segretario della Cgil Maurizio Landini, critico anche nei confronti del decreto sicurezza bis, ha invece scelto di non presentarsi.

La Cgil non è rimasta soddisfatta del tavolo con il ministro dell’Interno: «Sono state presentate delle proposte inaccettabili», ha detto il vicesegretario generale Gianna Fracassi riferendosi in particolare al “tema dei condoni”, un «non contrasto all’evasione fiscale».

L’intervento di Salvini

Già durante il suo intervento Salvini non ha perso occasione per criticare l’operato del Movimento 5 Stelle. «La manovra non può essere un gioco delle 3 carte. La situazione del Paese presuppone una manovra che vada oltre la spesa corrente».

«Senza ridiscutere i vincoli europei al bilancio dello Stato – ha continuato Salvini – sarà impossibile adottare i provvedimenti di cui l’Italia ha bisogno: il piano per gli investimenti e la riduzione delle tasse».

Il viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, ha anticipato l’abolizione del bonus Renzi degli 80 euro: «Pensiamo a 10/15 miliardi di riduzione di tasse. A partire dal superamento del Bonus Renzi, che non vale dal punto di vista dell’accumulo contributivo per la pensione».

«Questo è il momento del coraggio e delle decisioni e non del tiare a campare», ha insistito Salvini, spendendo parole anche sul provvedimento più caro alla Lega in queste settimane, l’autonomia regionale. «Con l’autonomia verranno a galla tutte le responsabilità di chi non sa amministrare i fondi pubblici».

Leggi anche: