M5s e Pd trattano: voci su un governo Cantone-Di Maio, con Gabrielli agli Interni. E Conte? Commissario UE

di OPEN

Il ritorno di Matteo Renzi sembra escluso e Toninelli potrebbe essere l’unico ministro Cinque Stelle fuori dal nuovo governo

È stato un Ferragosto rovesciato quello della politica italiana: se in passato, per tradizione, al lavoro restava solo il ministro dell’Interno, quest’anno hanno lavorato in tanti, e tutti… contro il ministro dell’Interno. Con Matteo Salvini che si è messo da solo in fuorigioco, provocando la crisi senza la certezza delle urne, è infatti cominciata la partita delle trattative per una nuova maggioranza M5s-Pd. Un lavorio febbrile, che ha coinvolto i big delle due parti, ma anche alcuni tessitori, da Bettini a Spadafora, e non solo. Da parte dei 5 stelle si è confermato lo schema che vuole la presenza del capo politico nell’esecutivo con il ruolo di vicepremier, sotto una figura di garanzia. È la condizione indispensabile per Luigi Di Maio, ma comporta anche il sacrificio di Conte.


A Palazzo Chigi andrebbe Raffaele Cantone, il magistrato napoletano fino a poche settimane fa a capo dell’autorità nazionale anticorruzione. E Giuseppe Conte? Il paracadute per lui sarebbe quel posto di commissario europeo fino a pochi giorni fa promesso alla Lega, e che lo stesso premier uscente aveva ottenuto nelle trattative di Bruxelles. Confermati quasi tutti i ministri M5s uscenti, ma non Danilo Toninelli. Per il Pd rientrerebbero al governo Orlando e Franceschini. Escluso un ingombrante ritorno di Matteo Renzi, che però ha un ruolo in questa trattativa e che indicherebbe per un ministero Lorenzo Guerini e forse Raffaella Paita.


Ma la poltrona che scotta di più è ovviamente quella che ha proiettato l’altro Matteo in vetta ai consensi nazionali. Chi potrebbe andare al ministero degli Interni? L’identikit che viene disegnato somiglia molto al volto del capo della Polizia, Gabrielli: allo stesso tempo il massimo di continuità operativa e di discontinuità di immagine. Tutto questo, ovviamente, Mattarella permettendo. E al netto di ulteriori colpi di scena.

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