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Maria Elena Boschi: «Non farò il ministro ostaggio». La previsione (o gufata?) sulla durata del governo M5s-Pd

22 Agosto 2019 - 07:42 Giovanni Ruggiero
Maria Elena Boschi
Maria Elena Boschi
L’ex ministra si tiene fuori dai giochi di poltrone, ma si aspetta almeno un «grazie» per la sua componente

Maria Elena Boschi ci tiene a mettere il cappello renziano sulla svolta data alla crisi che potrebbe portare a un governo M5s-Pd, esecutivo però nel quale non ha nessuna intenzione di entrare.

L’ex ministra non ha infatti intenzione di fare il «ministro ostaggio», come ha chiarito in un’intervista a Repubblica, certo però si aspetta che nei confronti di Matteo Renzi arrivino i ringraziamenti: «Se non ci fosse stato l’intervento di Renzi oggi saremmo con Salvini in campagna elettorale sulla spiaggia a parlare di immigrazione. Anche chi odia Renzi dovrebbe riconoscerlo».

Già prima della Direzione Pd di ieri, 21 agosto, che ha fissato l’apertura a un governo con il M5s sulla base di cinque condizioni, Boschi ha confermato di essere disposta a votare la fiducia a quell’esecutivo giallorosso. Non di più.

E a poco servono le pressioni, mascherate da inviti, di chi come Francesco Boccia la spinge a ricoprire un ruolo di primo piano nell’esecutivo, così da vincolare la componente renziana al destino di quel governo: «Il nostro appoggio ci sarà – ha aggiunto nell’intervista – finché l’ipotetico governo farà cose utili per gli italiani, non farò il ministro ostaggio. Chi lo farebbe?».

Le rassicurazioni dell’ex ministra potrebbero convincere poco, lei insiste e si lancia anche in una stima sulla durata del prossimo governo, che i maligni potrebbero interpretare come una gufata: «Se devo fare una previsione dico che si va alla scadenza naturale. Sicuramente all’elezione del presidente della Repubblica, ma secondo me fino al marzo 2023».

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