Non si fermano gli scontri a Papua: studenti uccisi da milizie nei dormitori

In Indonesia dal 15 agosto sono in corso violenti sconti tra la polizia e i cittadini di Papua ovest, che denunciano il razzismo e chiedono indipendenza

Tre studenti di Papua ovest sarebbero stati ammazzati nei loro dormitori da milizie sostenute dalla polizia indonesiana. In Indonesia dal 15 agosto sono in corso violenti sconti tra la polizia e i cittadini di Papua ovest, i più gravi che il Paese abbia visto in decenni.


Sono inoltre emersi video che mostrano la polizia sparare su folle pacifiche di manifestanti durante gli scontri della settimana scorsa, che hanno portato alla morte di sei dimostranti e un membro dell’esercito. Varie organizzazioni tra cui alcuni esperti indipendenti delle Nazioni Unite hanno denunciato violazioni di diritti umani. Ma come siamo arrivati fino a questo punto?


Foto: Epa Attivisti di Papua manifestano a Jakarta, il 28 agosto 2019

Le rivendicazioni della popolazione locale fanno riferimento all’accordo di New York del 1962 che ha posto l’ex colonia inglese sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite. La regione poi è passata sotto il controllo indonesiano dopo un referendum, contestato da molti, in cui su 800 mila abitanti ne erano stati selezionati solo mille che hanno votato a favore dell’annessione.

Ma i manifestanti denunciano anche il razzismo di cui sarebbero vittime da parte della polizia. Da anni gruppi papuani indipendentisti si scontrano con le forze dell’ordine indonesiane, ma mai come adesso la violenza aveva raggiunto tali livelli.

Le proteste di agosto: cronologia

  • Il 15 agosto alcuni studenti di Papua ovest organizzano una manifestazione a Giava, l’isola dell’Indonesia dove si trova Jakarta. La popolazione locale di Malang reagisce alla manifestazione, aizzata dal sindaco del luogo, aggredendo gli studenti.
  • Il 16 agosto nella città di Surabaya, un gruppo di locali prende d’assalto un dormitorio di studenti papuani gridando «scimmie, cani, maiali», accusando i giovani di aver mancato di rispetto alla bandiera indonesiana.
  • Il 17, durante la Festa dell’Indipendenza dell’Indonesia, la polizia getta gas lacrimogeni all’interno del dormitorio e arresta vari studenti, per poi rilasciarli quando viene accertato che nessuna bandiera è stata vilipesa.
  • Il 18 agosto, gli abitanti di Papua ovest reagiscono dando fuoco al parlamento locale, a una prigione e a vari edifici pubblici e privati.
  • Tra il 20 e il 22 agosto lo stato indonesiano rinforza i contingenti militari presenti nella regione e blocca internet «per accelerare il ripristino della sicurezza e dell’ordine a Papua e nelle aree circostanti».
  • Il 28 agosto, durante violenti scontri tra la polizia e i manifestanti nella città di Deiyai, muoiono sei manifestanti e un membro dell’esercito.

«Le proteste sono un’azione spontanea contro il razzismo», ha affermato in un’intervista al Guardian Victor Yeimo, del comitato Nazionale di Papua dell’ovest, «ma quello che le persone vogliono davvero è la libertà».

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