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Chi è Lorenzo Fioramonti, l’ex «cervello in fuga» al ministero dell’Istruzione

04 Settembre 2019 - 22:57 Redazione
Tra le questioni che più di altre hanno alimentato il chiacchiericcio che accompagnerà il suo ingresso al Miur, lo stop alle classi pollaio che abbassano la qualità formativa e la "tassa sulle merendine" per risolvere il problema dei precari

Ricercatore e filosofo, Lorenzo Fioramonti è il nuovo ministro dell’Istruzione in quota M5s. Classe 1977, romano, professore ordinario di Economia politica all’università di Pretoria in Sud Africa attualmente in aspettativa, Fioramonti resterà in viale Trastevere a Roma perché qui, anche nel precedente esecutivo, ricopriva la carica di viceministro con delega alla ricerca, dopo essere stato eletto alla Camera dei deputati con il M5s alle elezioni del marzo 2018. Sposato, con due figli, sua moglie Janine Schall Emdem è una ambientalista convinta che dice di comprare prodotti a chilometri zero e plastic free. La coppia ha anche girato dei documentari sui legami tra cambiamento climatico, disoccupazione sociale e instabilità economica a livello locale e globale, come L’era dell’adattamento, del 2009.

Il pensiero politico e i ruoli nel M5s

Durante gli anni della militanza politica nel M5s, Lorenzo Fioramonti ha svolto il ruolo di consigliere di Luigi Di Maio, capo politico del Movimento. Le sue idee politiche, circolate con insistenza anche negli ultimi giorni, hanno scatenato diverse polemiche. Tra le questioni che più di altre hanno alimentato il chiacchiericcio che accompagnerà il suo ingresso al Miur, lo stop alle classi pollaio che abbassano la qualità formativa, il modello Germania con venti alunni per insegnante, la “tassa sulle merendine” per risolvere il problema dei precari. Fioramonti è uno dei sostenitori – sulla scia del premio nobel Joseph Stiglitz – della necessità di ridimensionare l’importanza del Pil come indicatore del benessere di una nazione. Secondo il professore, i parametri che gli osservatori economici e i governi dovrebbero prendere in considerazione sono lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita. Tra i suoi atti da viceministro al ministero dell’Istruzione, nella precedente legislatura con Marco Bussetti, ha alzato un polverone quando ha chiamato l’ex Iena Dino Giarrusso – diventato europarlamentare M5s lo scorso maggio dopo la bocciatura alle politiche 2018 – ad occuparsi delle segnalazioni su concorsi e raccomandazioni. Poi Fioramonti chiarì che l’ex Iena sarebbe stato solo il suo segretario particolare e «non uno sceriffo».

Un curriculum internazionale

Fioramonti ha dedicato la sua vita professionale alla ricerca. Dopo la laurea, conseguita con 110 e lode alla facoltà di Filosofia dell’università di Roma-Tor Vergata, vola in Inghilterra per frequentare il corso estivo in Analisi dei dati delle scienze sociali all’university of Essex. Rientra poi Italia, per un altro corso: quello sull’Unione Europea e Sviluppo, frequentato all’istituto per gli studi di Politica internazionale (Ispi) di Milano. Quanto al dottorato, Fioramonti lo consegue all’università di Siena, in collaborazione con l’istituto universitario Europeo, sempre in Scienze politiche, con una tesi dal titolo: “Un caso di studio di Micro-Assistenza alla Democrazia: l’Unione Europea in Supporto delle Organizzazioni Comunitarie in Sud Africa”.

Fioramonti vanta un curriculum internazionale e lui stesso si definisce «un cervello in fuga». In un’intervista al Fatto Quotidiano nel 2016 ha parlato delle difficoltà incontrate nella carriera universitaria italiana e delle opportunità, invece, che gli si erano aperte in Sudafrica. «Mi fu spiegato che nel mondo accademico italiano esistono delle regole non scritte ma che tutti conoscono. La prima è che bisogna aspettare il ‘proprio’ concorso. Ovvero, salvo eccezioni, i concorsi sono banditi per qualcuno in particolare. La seconda, è che non ci si presenta a un concorso a meno che non si sia stati invitati a farlo», aveva detto allora.

È stato il primo e unico ad aver ricevuto la “Cattedra Jean Monnet” in Africa, un riconoscimento assegnato dalla Commissione europea ad accademici distinti. Qui ha anche fondato il “Centre for the Study of Governance Innovation”. Ma ha anche la cattedra dell’Unesco in Integrazione Regionale, Migrazione e Libera Circolazione delle Persone, ed è anche professore straordinario presso la scuola di Public leadership dell’università di Stellenbosch (Sud Africa), senior fellow presso il Centre for Social Investment dell’università di Heidelberg e la Hertie School of Governance in Germania e associate fellow all’università delle Nazioni Unite. Nel 2012, ha ricevuto il premio dell’università di Pretoria come eccezionale ricercatore giovane e nel 2014 è diventato il primo presidente dell’associazione degli studi dell’Unione europea dell’Africa Sub-Sahariana.

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