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Il venerdì nero di Facebook: dalla pubblicità ingannevole ai numeri di telefono trafugati. E il titolo crolla in borsa

06 Settembre 2019 - 20:47 Redazione
Una coalizione di quasi dieci Stati americani sta per lanciare formalmente un'indagine antitrust contro il social di Mark Zuckerberg

A Menlo Park, il 6 settembre sarà ricordato come uno dei peggiori giorni di sempre: la giustizia americana stringe la morsa sul rapporto tra il social network e il mondo del marketing, il sito specializzato in tecnologia TechCruch lancia l’allarme su oltre 400 milioni di utenti ai quali sarebbe stato trafugato il numero di cellulare. E gli indici in borsa di Facebook sono scesi sotto la soglia del -2,00%.

L’attacco del procuratore di New York

È stato il procuratore generale dello Stato di New York a dare il via a un’indagine sul social network: «La maggiore piattaforma social mondo deve seguire la legge», ha dichiarato alla stampa il giudice Letitia James.

La questione riguarda le azioni di Facebook che, stando alle prime indiscrezioni, potrebbero aver messo in pericolo i dati dei consumatori, aumentando i prezzi dei prodotti pubblicizzati e riducendo la qualità delle scelte d’acquisto.

Altri Stati si uniscono all’inchiesta

«Sono orgogliosa di guidare la coalizione di procuratori generali». Ha aggiunto James. «Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per determinare se le azioni di Facebook hanno messo in pericolo i dati dei consumatori, ridotto la loro qualità di scelta o aumentato i prezzi della pubblicità».

Gli altri Stati che hanno seguito a ruota l’azione di New York sono Colorado, Florida, Iowa, Nebraska, North Carolina, Ohio, Tennessee e il Distretto di Columbia. L’inchiesta si concentrerà sulla posizione dominante di Facebook nell’industria e la sua potenziale condotta anti competitiva.

419 milioni di numeri rubati

Dopo Cambridge Analytica, continua a far scalpore un’altra grana sulle falle nella privacy di Facebook. A quanto scrive TechCrunch il 4 settembre, su segnalazione dell’esperto di sicurezza Sanyam Jain, i database di un server non protetto sarebbero stati trafugati.

Tra gli utenti più colpiti, 130 milioni di numeri telefonici avrebbero prefisso statunitense, 50 milioni vietnamita e 18 britannico. Nello specifico, il server non era protetto da password e senza troppi sforzi si poteva accedere a un lungo elenco di codici identificativi di Facebook. Con questi codice, è possibile risalire in maniera univoca all’utente, con numero telefonico correlato.

Non solo numeri di telefono

Con alcuni di questi codici identificativi era possibile ottenere anche i nomi degli utenti, la geo-localizzazione e il sesso. La violazione del server ai danni di Facebook sarebbe avvenuta prima del 2018 e prima dello scandalo di Cambridge Analytica che ha spinto Menlo Park a rendere più rigorosa la gestione dei dati.

«Questo dataset è obsoleto e sembra che le informazioni siano state ottenute prima delle modifiche che l’anno scorso abbiamo introdotto per disabilitare la possibilità degli utenti di trovare altri utenti utilizzando i loro numeri di telefono». Ha detto Jay Nancarrow, un portavoce del social. «Il dataset è stato rimosso e non abbiamo visto prove che gli account di Facebook siano stati compromessi».

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