La Lega resta il primo partito d'Italia e ha dieci punti più del Pd
È stata la scelta migliore dar vita al governo Conte due? Anche secondo l’ultimo sondaggio, pubblicato questa mattina su la Repubblica, coordinato da Ilvo Diamanti, no: il 54% ritiene che sarebbe stato meglio andare subito a votare contro il 42% che dice che è stata la scelta preferibile.
La Lega resta il primo partito d’Italia e ha dieci punti più del Pd: per il partito di Salvini la stima e del 32.5% contro il 22.3% dei Dem, mentre il MoVimento 5 Stelle è al 20,8%. Dietro Fratelli d’Italia al 7.4, Forza Italia al 6.5 Liberi e Uguali/La Sinistra al 3.1 e +Europa al 2.5.
Per quanto riguarda l’aspettativa di vita del governo, solo il 22% ritiene che arriverà fino al termine della legislatura. Quale sarebbe l’alleanza di governo preferita? Quella tra Salvini e Meloni prevale di poco su quella attuale, M5s-Pd-LeU, 43 contro 41.
Per quanto riguarda il gradimento dei leader sempre avanti Giuseppe Conte. Ma in due mesi l premier ha perso nove punti, da 64 a 55. Salvini ne ha persi otto, da 54 a 46 e Di Maio dieci, da 45 a 35. Lo supera in classifica Zingaretti che ne ha guadagnati due da 39 a 4.
Come in ogni altro sondaggio di queste settimane in coda alla classifica del gradimento ci sono Matteo Renzi (che comunque guadagna due punti, da 23 a 25) e Beppe Grillo (anche lui ne riprende due, da 21 a 23). Dopotutto se non si è andati al voto e si è fatto il governo giallorosso il merito, o la colpa, è innanzitutto loro.
Nel giorno del suo discorso alla Camera per il voto di fiducia al governo M5s-Pd, il premier Giuseppe Conte non aveva dimenticato di far leva sullo spirito giovane del suo esecutivo. «Questo è il governo più giovane della storia della Repubblica», aveva detto rivolgendosi ai deputati. «Non può rinnegare se stesso. Deve assolutamente raccogliere e vincere questa sfida».
Nella squadra di ministri del Conte bis, infatti, l’età media si aggira intorno ai 47 anni d’età. Il più giovane è Luigi Di Maio, che di anni ne ha 33, seguito dalla ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, che di anni ne ha 35, dal ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che ne ha 37, e e da Roberto Speranza, ministro della Salute, che ha festeggiato 40 anni a inizio 2019.
Il team dei sottosegretari e dei viceministri, presentato il 13 settembre dopo un lavoro di fino sulle candidature, non è da meno: su un totale di 42 nomi, ben 12 sono under 40. Da questo punto di vista, la parte grillina è decisamente in vantaggio, con 11 “enta” pronti a prender parte alle azioni di Governo.
Anna ascani, 32 anni (Pd)
Nominata vicepresidente del Pd lo scorso 17 maggio, ex viceministra al Miur e due mandati da deputata dem, Anna Ascani è classe 1987. Sulla sua nomina a sottosegretaria all’Istruzione si vociferava già prima dell’ufficialità – complice anche la maggior sicurezza del Pd nel presentare una squadra di nomi più compiuta (nel M5s le autocandidature da scremare pare fossero 200).
Inserita da Apolitical nella lista dei 100 giovani più influenti del mondo al governo (insieme a Di Maio e Alexandria Ocasio-Cortez, ndr), Ascani ha pubblicato a luglio un libro sulla generazione millennials, dal titolo Senza Maestri. Storie di una generazione fragile. Nel 2016 fu incoronata da Forbes fra «i 30 giovani leader europei più influenti» e mentre a ottobre 2018 aveva rappresentato l’Italia durante la tavola rotonda della Fondazione Obama con 11 emergenti.
Vittorio Ferraresi, 31 anni (M5s)
Ferraresi è stato riconfermato come sottosegretario alla Giustizia, ruolo che già ricopriva nel precedente esecutivo. Il suo ingresso a Montecitorio è avvenuto nel 2013, a soli 25 anni, e nel 2014 è diventato capogruppo per i 5stelle alla Commissione Giustizia.
Già nel 2011 si era presentato alle elezioni comunali di Finale Emilia (dove è nato) come capolista del Movimento.
Laura Castelli, 32 anni (M5s)
Nome noto ai più, prima di essere confermata al Mef come viceministra Castelli è stata già sottosegretaria e poi viceministra di Giovanni Tria sotto durante l’esecutivo M5s-Lega. Piemontese, ragioniera, laureata in Economia aziendale a Torino, ha lavorato per qualche anno nel settore fiscale e poi per il Gruppo Consiliare Regionale del Piemonte.
No-Tav della prima ora, ambientalista e in prima linea nella lotta contro la caccia, è stata eletta alla Camera con il Movimento 5 Stelle la prima volta nel 2013, entrando in Commissione Bilancio e diventando capogruppo del Movimento in Commissione fino al 2015.
Prima del salto al Mef, era stata capogruppo portavoce 5stelle nel 2016, e nelle elezioni del 2018 è stata rieletta deputata.
Carlo Sibilia, 33 anni (M5s)
Altra riconferma è quella di Carlo Sibilia al Viminale. Anche lui già noto alle cronache, soprattutto per le sue dichiarazioni contro l’obbligo vaccinale e il decreto legge Lorenzin.
Ma il nome di Sibilia si è fatto spazio tra le pagine dei giornali anche per le prese di posizione contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Siri. «Siri si deve dimettere», diceva a maggio, nel periodo più caldo dell’inchiesta. «Se io avessi delle indagini così pesanti addosso, vorrei che il mio ministro dell’Interno fosse tranquillo e sereno di poter parlare di lotta alla mafia senza ombre».
Mirella Liuzzi, 34 anni (M5s)
Eletta sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico, viene eletta per la prima volta deputata nel 2013, nella circoscrizione XIII della Basilicata per il Movimento 5 Stelle. Nel 2015 viene eletta segretaria alla IX Commissione “Trasporti, Poste e Telecomunicazioni”, ed è membra della Commissione Bicamerale Vigilanza Rai.
Viene eletta per la seconda volta alle politiche del 2018, come capolista a Montecitorio nel suo collegio della Basilicata.
Giuseppe L’Abbate, 34 anni (M5s)
Già componente della commissione Agricoltura della Camera, il neo sottosegretario alle Politiche Agricole L’Abbate si è fatto strada grazie al suo impegno contro la Xylella nella campagne pugliesi.
Barese classe 1985, era stato eletto deputato alle elezioni politiche del 2013 nella circoscrizione XXI della Puglia per il Movimento 5 Stelle.
Stefano Buffagni, 36 anni (M5s)
Stefano Buffagni è, insieme a Di Stefano, Castelli e Sibilia, una delle più note giovani promesse del Movimento. Prima di essere nominato viceministro alla Sviluppo Economico, Buffagni è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari regionali e alle autonomie.
Buffagni è stato uno dei primi in casa 5stelle ad aver aperto all’ipotesi di crisi con la Lega proprio in tema Tav. «Non è che ci sia da aprire una crisi, la crisi è già aperta», aveva dichiarato lo scorso marzo. Lo diciamo apertamente». «È Salvini che sta facendo la sua scelta – aveva aggiunto -, che non vuole mettere al centro il contratto e lo mette in discussione».
La sua avventura nel M5s è iniziata nel 2010 come attivista, e nel marzo 2013 è stato eletto consigliere regionale in Lombardia. Dopo cinque anni al Pirellone si è candidato alla Camera nelle elezioni politiche del 2018 ed è stato eletto a Montecitorio.
Lucia Azzolina, 37 anni (M5s)
La nuova sottosegretaria all’Istruzione viene direttamente dal mondo della scuola. Lucia Azzolina ha insegnato a lungo in alcuni licei, finché, proprio il primo agosto di quest’anno, ha vinto il concorso per dirigente scolastico. Accanto all’attività dell’insegnamento, Azzolina è stata attiva nel sindacato Anief, un’associazione costituita da docenti e ricercatori con lo scopo di tutelare i professionisti nel campo dell’Istruzione e della Ricerca.
Per quanto riguarda la sua carriera tra i 5stelle, Azzolina è stata eletta alla Camera nel 2018 tra i parlamentari del Movimento. Dal marzo dello scorso anno è responsabile del tavolo di lavoro sulla Scuola per la Commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio.
Manlio Di Stefano, 38 anni (M5s)
Riconfermato anche Manlio Di Stefano, che resta alla Farnesina come sottosegretario agli Esteri. La sua figura è particolarmente influente nel Movimento, e, oltre a essere molto vicino ad Alessandro Di Battista (con il quale ha condiviso l’incarico alla Commissione affari esteri), ora di troverà a lavorerà braccio a braccio con Luigi Di Maio durante il Conte bis.
Tra gli attivisti della prima ora del Movimento 5 Stelle, Di Stefano è presente alla nascita del movimento il 4 ottobre 2009. Nel 2011 si candida alle amministrative di Milano, e nel 2013 diventa deputato M5S concentrandosi sulla politica estera: viene eletto capogruppo alla Commissione Affari Esteri e delegato italiano presso il Consiglio d’Europa in Commissione Migranti. È nel 2017 che diventa ufficialmente responsabile del programma di Governo di politica estera del M5S.
Angelo Tofalo, 38 anni (M5s)
In casa 5stelle viene riconfermato come sottosegretario anche Angelo Tofalo, che rimane alla Difesa. Alla seconda legislatura da deputato, è stato membro del Copasir e già dal 2018 è stato nominato componente effettivo del Consiglio nazionale anticontraffazione. Durante la sua collaborazione con la ministra Elisabetta Tranta, non sono mancati i momenti di scontro tra i due.
Tofalo è finito spesso agli onori della cronaca per alcune gaffe che hanno scatenato polemica sui social. Per esempio nel 2014, quando ancora non era sottosegretario, aveva urlato in aula «Boia chi molla», uscita che gli aveva causato non poche accuse di fascismo. Nel 2018 era finito sui giornali per aver pubblicato su Facebook un video in cui indossa mimetica e mitra. «Per capire cosa si prova», si era giustificato.
Alessio Villarosa, 38 anni (M5s)
Alessio Villarosa, nato nel 1981 in provincia di Messina, è anche lui – come la collega pentastellata Laura Castelli – una conferma al Ministero dell’Economia. Durante il primo mandato ha seguito da vicino la nascita e l’attuazione del Fondo di indennizzo dei risparmiatori colpiti dai crack bancari.
Laureato in economia aziendale all’Università di Pisa, ha lavorato prima come operaio in una fabbrica di reti ortopediche, poi nel settore delle carte di pagamento, infine ha fondato un’impresa nel settore farmaceutico. È stato eletto deputato nel 2013 in Sicilia ed è entrato a far parte della Commissione Finanze.
Anna Laura Orrico, 38 anni (M5s)
Nominata sottosegretaria al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Orrico inizia la sua carriera in Parlamento nel governo gialloverde, quando viene eletta nel 2018 alla Camera per il collegio di Cosenza.
Co-fondatrice del Talent Garden di Cosenza, il primo spazio di coworking del Sud Italia, è una sostenitrice della definizione “risorsa” sul tema immigrati. A tal proposito, in un’intervista a Qui Cosenza, Orrico ha dichiarato: «Bisogna vedere chi realmente ha diritto all’asilo politico, chi realmente sta scappando, chi rischia di essere ammazzato; chi emigra nel nostro paese per motivi economici, capiamo chi è, qual è la sua storia, il suo curriculum; capiamo dove vuole andare, perché magari l’Italia è solo un paese di passaggio per molti».