Asili gratis e Ius Culturae: il Family Act della nuova ministra per la famiglia

Cittadinanza ai figli di stranieri che hanno studiato in Italia e assegni familiari dai primi mesi di gravidanza all’età adulta: ecco le proposte di Elena Bonetti

Archiviato il ddl Pillon, la nuova ministra per le Pari opportunità e la Famiglia del governo Conte Bis, Elena Bonetti, apre a un nuovo Family Act che tuteli famiglie e bambini.


Ma non solo. Al centro della proposta dell’ex professoressa di matematica dell’università Statale di Milano c’è lo Ius Culturae: «Un bambino, figlio di stranieri, che concluda un ciclo di studi nel nostro paese deve avere la cittadinanza italiana», ha chiarito Bonetti in un’intervista a La Stampa, «se lo Stato investe nella formazione di una persona, poi è giusto che la valorizzi. Diversamente, è come far allenare un giocatore tutta la settimana e poi tenerlo in panchina».


Sono tanti i giocatori in panchina, nati, cresciuti e formati sul campo italiano che attendono di ricevere un riconoscimento ufficiale. L’idea del nuovo Governo Conte, nelle parole di Bonetti, è quella di «porre il tema della famiglia, con un progetto di sistema che combatta la denatalità e rimetta l’educazione al centro».

Asilo gratis

Tra le idee avanzate dalla ministra della famiglia c’è l’asilo gratis e l’assegno unico che, dice Bonetti, «hanno un doppio significato».

«Da una parte – continua – incentivare il ritorno al lavoro dopo la gravidanza, dall’altra riconoscere il valore dell’educazione e lottare contro le sacche di diseguaglianza che si creano già nella prima infanzia».

Ma come? La ministra vuole garantire un assegno mensile che, secondo le già avviate proposte di legge, potrebbe partire da 200/300 euro. Un assegno che aiuti la famiglia «dagli ultimi mesi di gravidanza all’età adulta di ciascun figlio».

Ma non solo. L’idea è quella di «calmierare l’Iva su una serie di prodotti necessari per cura ed educazione del bambino». E se le mamme potranno tornare al lavoro con più serenità, anche ai padri dovrà essere concessa più flessibilità in quella che Bonetti definisce «un’alleanza che comprenda famiglia, scuola, Stato e terzo settore. Apprezzo il modello francese, ma possiamo crearne uno italiano inedito».

Ius Culturae

Un errore non averlo approvato nella precedente legislatura, continua Bonetti che ha le idee chiare sull’assegnazione della cittadinanza: «I bambini nati e cresciuti qui e che chiudano un ciclo scolastico come le elementari o le medie,devono avere la cittadinanza. La loro identità è italiana. Lo Stato investe su di loro con un percorso educativo e poi li ostacola: che senso ha? Si creano solo situazioni di disagio».

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