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Tensione M5s, il senatore Di Nicola: «Non sono contro Di Maio, ma servono nuove regole» – L’intervista

25 Settembre 2019 - 21:00 Francesca Martelli
E sulle voci leghiste di senatori Cinque stelle pronti a lasciare il gruppo taglia corto: «Lo dicono da un mese... non c'è stato nessuno spostamento»

Non è bastato il post sul blog del Movimento 5 Stelle firmato dai senatori pentastellati per frenare le polemiche sulle dinamiche interne e sul ruolo del capo politico M5s. Abbiamo chiesto al senatore Primo Di Nicola, che ieri durante l’assemblea a Palazzo Madama è stato tra i sostenitori di nuove regole nella scelta del capogruppo al Senato (e non solo) di spiegarci cosa sta succedendo nel Movimento 5 Stelle.

Lei è tra i firmatari di una mozione interna contro Luigi Di Maio?
«Non era un documento contro Di Maio, ma una richiesta di riunione per modificare alcune regole del regolamento del gruppo parlamentare, e se ci sarà l’opportunità anche quelle M5s. Non era un documento politico, ma solo tre righe in cui si chiedeva un’assemblea del gruppo parlamentare. Le ho firmate anche io».

Vi basta cambiare i meccanismi di nomina del capogruppo alla Camera e al Senato (che attualmente spetta a Luigi Di Maio)?
«Resta il meccanismo delle autocandidature ma la novità sarà che i senatori si eleggeranno il proprio capigruppo. Lo stesso avverrà alla Camera. Secondo me è una buona dose di democrazia interna».

Lei si vuole candidare?
«No già fare il senatore è sufficientemente impegnativo».

Le regole del Movimento 5 Stelle in cosa devono essere aggiornate?
«Bisogna far eleggere dal basso tutte le cariche interne, in modo da coinvolgere tutti gli iscritti. Serve uno statuto democratico sino in fondo. Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione elettorale che non ha consentito a Di Maio e agli altri di dedicare il tempo necessario al problema delle regole interne e a come risolverlo. Adesso, c’è una certa sensibilità e richiesta di dibattito sul tema. Io credo che sia arrivato il momento di affrontare il problema delle regole interne ma non in un’ottica anti-Di Maio. Per me lui rimane l’unico leader del Movimento, non ne vedo altri».

Basterà questo per placare le fibrillazioni interne?
«Mi auguro che il malcontento sia frutto di posizioni politiche e non di posizioni personali. Altrimenti diventa una guerra per bande: se chi critica Di Maio lo fa solo perché non ha avuto incarichi, io credo che non sia degno del Movimento 5 Stelle».

La Lega sostiene che ci siano una ventina di parlamentari pronti a lasciare il M5s per il Carroccio. Le risulta?
«Lo dicono da un mese… come vede non c’è stato nessuno spostamento. Immagino siano parole dovute alla forte delusione della Lega per quello che è successo».

Da ex giornalista parlamentare, che titolo darebbe al periodo estivo?
«La pazza estate del senatore Salvini».

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