Carenza di medici, le Regioni tornano alla carica: «Fateci assumere neolaureati»

Velocizzare e anticipare l’accesso al Servizio Sanitario nazionale e posticipare il pensionamento dei medici. Queste le proposte contenute nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni

Potrebbe essere in arrivo un aiuto ai neo-laureati in medicina. La Conferenza delle Regioni ha proposto al ministro della Salute di permettere ai medici senza specializzazione di accedere in soprannumero al Servizio Sanitario nazionale. Un aiuto che permetterebbe anche di far fronte alla carenza di medici nel Paese.


Il documento

Nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni, organismo di coordinamento politico fra i presidenti delle giunte regionali e delle province autonome, viene proposto, nei casi in cui non fossero disponibili medici dipendenti o convenzionati, anche l’assunzione di medici con incarichi di lavoro autonomo e di specializzandi all’ultimo anno di corso con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale.


Per i prossimi tre anni sarà possibile per i medici accedere al Servizio Sanitario Nazionale oltre che con il diploma di specializzazione anche con la laurea e l’abilitazione all’esercizio professionale. Si pensa inoltre di posticipare la pensione per i medici. Stando alle proposte della Conferenza delle Regione infatti, «Si potrebbe pensare di modificare la norma secondo cui i dirigenti medici, raggiunti i 65 anni o i 40 di servizio, devono cessare, consentendo a tutti i medici di rimanere in servizio fino a 70 anni, su base volontaria, compatibilmente con lo stato di salute e previa valutazione aziendale».

Le obiezioni del sindacato

«Per affrontare l’attuale carenza di medici specialisti sono necessari interventi urgenti al fine di garantire adeguati servizi sanitari», ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, spiegando l’elaborazione di alcune proposte per risolvere il problema della carenza dei medici nel Servizio Sanitario Nazionale.

Ma il più grande sindacato dei medici dirigenti, Anaao Assomed, non ha gradito la proposta: «In Italia ci sono 9 mila specializzandi di Medicina al quarto e quinto anno di corso con contratto a tempo determinato. Non c’è bisogno di prendere medici laureati al primo anno di specializzazione per risolvere la carenza di camici bianchi: basta utilizzare anche solo 5 mila di quei ragazzi che sono praticamente a fine percorso per affrontare la situazione», ha dichiarato il segretario nazionale Carlo Palermo.

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