Di Maio cerca la pace con Franceschini: «Molto capace, ci lavoriamo bene»

«Non spetta a te decidere su Iva e ius culturae», aveva detto il ministro per i beni e le attività culturali, ma Di Maio sembra averlo già perdonato

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sembra aver già perdonato Dario Franceschini dopo l’attrito su Iva e ius culturae. «Non spetta a te decidere su questi temi», aveva detto a Di Maio il ministro per i beni e le attività culturali. Poi Franceschini ha rincarato la dose: «La smania di visibilità fa solo danno». Un battibecco che ha fatto tornare in mente le liti dello scorso esecutivo. Ma ora che il governo ha trovato una quadra sulla Nadef, tra Pd e M5S sembra essere tornata la pace.


«Con Dario Franceschini, capo delegazione del Pd nel governo, devo dire che lavoriamo molto bene e che soprattutto in questo primo mese molte questioni che potevano essere un problema le abbiamo risolte molto bene. Anche perché gli riconosco non solo una grande esperienza, ma anche grande capacità», ha detto il ministro degli Esteri ad Agorà, su Rai 3.


Di Maio ha anche commentato l’accordo sulla manovra, soddisfatto per aver scongiurato l’aumento dell’Iva: «Sono molto contento di questa nota di aggiornamento al Def perché manteniamo una promessa: non fare aumentare l’Iva. E lunedì ne manteniamo un’altra con il taglio dei parlamentari».

E non ha risparmiato una frecciatina all’ex alleato di governo: «Evviva il referendum, ma la Lega prima ha votato il Rosatellum e ora vuole abolirlo», ha detto Di Maio in riferimento alla decisione del Carroccio di depositare in Cassazione il quesito per proporre un referendum sulla legge elettorale.

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