Sulla targa, oltre ai nomi, le cariche e le date di morte, è riportata la scritta 'Non omnis moriar'
Una targa per commemorare l’agente scelto Matteo Demenego e l’agente Pierluigi Rotta, uccisi venerdì scorso in una sparatoria all’interno della Questura di Trieste. Sulla targa, affissa oggi nell’atrio dell’edificio, oltre ai nomi, le cariche e le date di morte, è riportata la scritta ‘Non omnis moriar’, la locuzione latina di Orazio che, tradotta letteralmente, significa ‘Non morirò interamente’.
Ancora oggi, scrive l’Ansa, a distanza di più di una settimana dalla tragedia, avvenuta venerdì 4 ottobre scorso, sono proseguite le visite di tante persone andate in Questura per lasciare un messaggio o un fiore. Molti erano turisti arrivati in città da altre regioni o dall’estero, richiamati dalla Barcolana, la storica regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre.
A 22 anni, è lei l’atleta più forte del mondo. La pluricampionessa statunitense Simone Biles è letteralmente inarrestabile. La fuoriclasse americana ha vinto altre due medaglie d’oro ai Mondiali di ginnastica a Stoccarda, trionfando nelle parallele asimmetriche e nel corpo libero. Così ha portato a 19 il totale dei titoli ridati vinti in carriera e soprattutto ha stabilito il nuovo record assoluto, uomini compresi, di podi ai Mondiali, con 25. Ieri la Biles aveva eguagliato questo primato toccando quota 23 dove fino a quel momento c’era stato solo il bielorusso Vitaly Scherbo, fenomeno della ginnastica degli anni ’90. «Sono emozionata per ciò che ho fatto in questi Mondiali», dice lei, che in bacheca ha anche i 4 ori olimpici vinti a Rio. «Non sono una persona che fa molto caso ai numeri, ma quando lo speaker ha annunciato che avevo stabilito il nuovo record ero molto felice. Sono fiera di me stessa».
Una leggenda
Ma lei era già nella leggenda: come ricorda VoxNews, ha già il maggior numero di medaglie d’oro a livello mondiale rispetto a qualsiasi ginnasta, uomo o donna che sia. Simone Biles ha vinto la medaglia d’oro ogni anno, fin dal 2013. È la prima e unica ginnasta nella storia a vincere quattro titoli mondiali. Tre consecutivi – anche qui è la prima nella storia.
Simone Arianne Biles nasce a Columbus, in Ohio, il 14 marzo 1997. Quattro volte campionessa olimpica, fa parte delle Final Five, la squadra nazionale statunitense vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Si allena – e vive – in Texas, in una palestra che ha contribuito a fondare con la famiglia e l’allenatrice Aimee Boorman. A inizio ottobre, l’atleta si è scagliata contro la commissione giudicante ai Mondiali 2019 di ginnastica artistica. Motivo? Lo Tsukahara avvitato in uscita dalla trave, elemento eseguito da lei per la prima volta nella storia, è stato riconosciuto soltanto con una difficoltà H, si legge su OA Sports: troppo poco, avrebbe meritato una J come il difficilissimo doppio salto con triplo avvitamento al corpo libero, altro elemento inventato da lei e pronto a entrare nel codice dei punteggi. «Sono sicura che se lo avesse eseguito una ginnasta proveniente da un altro Paese allora lo Tsukahara avvitato sarebbe stato una J», attacca la campionessa parlando con la NBC. «Invece perché sono io… Gareggio in un mio campionato a parte? Forse, ma non significa che non debbano riconoscere quello che faccio. Ci chiedono di alzare le difficoltà e di dare più artisticità migliorando le skill. Lo facciamo ma poi non lo riconoscono. Ora è semplice: se dai soltanto una H a quell’elemento non lo farà nessuno, con una J ci avrebbero provato altre».
«Nell’assegnazione dei valori a un nuovo elemento, la commissione tecnica prende in considerazione diversi aspetti: il rischio, la sicurezza delle ginnaste e in che direzione tecnica sta andando la disciplina», ha risposto la Federazione con un comunicato stampa. La FIG «ha incoraggiato, negli ultimi due cicli olimpici, l’esecuzione perfetta e l’artisticità, pur continuando a incoraggiare lo sviluppo delle skills. Tenendo in considerazione questi aspetti, è stato assegnato un valore “ragionevole” allo Tsukahara avvitato di Simone Biles: ci sono dei rischi concreti, tra cui un potenziale atterraggio sul collo. Ci sono diversi esempi di come la FIG preservi e protegga gli atleti, ad esempio sono stati vietati il triplo salto al volteggio». Insomma, sì. Simone Biles è “troppo brava”. Il suo esercizio, in quel caso, è pericoloso e la valutazione più bassa serve alla Federazione per scoraggiare altre ginnaste meno dotate di Biles a emularla e magari farsi male, molto male.
Gli esercizi
Incanta, Simone Biles, con i suoi esercizi a corpo libero. Come quando, durante la finale dei campionati statunitensi di ginnastica artistica, ha eseguito un doppio salto raccolto all’indietro con triplo avvitamento. Lì non solo aveva presentato il doppio salto mortale con doppio avvitamento alla trave, ma anche questo secondo esercizio mai eseguito prima da un’atleta.
O meglio, per lei non era la prima volta: nella prima occasione, però, non era riuscita a bilanciare il corpo in fase di atterraggio, concludendo il salto poggiando le mani a terra. Durante la finale Simone Biles ha invece eseguito in maniera impeccabile l’esercizio. Il salto, già incredibile per elevazione e massimo controllo del corpo, è ancor più impressionante in slow motion.