Tiziano Renzi, inchiesta finita: lui e la moglie sono accusati di bancarotta fraudolenta e fatture false

Il prossimo passo sarà la richiesta di rinvio a giudizio. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta e false fatturazioni

La procura di Firenze ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini per Laura Bovoli e Tiziano Renzi.


L’atto formale certifica il fatto che i pm fiorentini hanno concluso gli accertamenti sui genitori dell’ex segretario del Pd e fondatore di Italia Viva: i reati contestati al momento sono bancarotta fraudolenta e false fatturazioni e il tema è sempre la gestione delle cooperative Delivery, Europe Service e Marmodiv. Le stesse accuse che l’anno scorso avevano portato la coppia ai domiciliari.


Secondo la ricostruzione dei pm, i genitori dell’ex presidente del consiglio avevano fatto sparire tutta la documentazione fiscale delle cooperative, in modo da occultare i mancati versamenti fiscali e il fatto che, per sfuggire ai controlli, avessero intestato parte delle attività a persone di fiducia e prestanome pur rimanendo gli amministratori di fatto.

L’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal procuratore Giuseppe Creazzo e dal pm Luca Turco era stata parzialmente annullata dal Riesame, che l’aveva trasformata in interdizione dall’attività imprenditoriale.

Nel frattempo però, alcuni mesi fa, è fallita anche la terza società che secondo l’accusa serve a coprire gli affari di famiglia, la Marmodiv: un elemento che ha convinto i magistrati a proseguire con gli accertamenti. Tanto più che la tesi dell’accusa nel frattempo ha incassato un risultato non indifferente: il 7 ottobre Renzi e Bovoli sono stati condannati a un anno e nove mesi, per false fatture, assieme all’imprenditore Luigi D’Agostini. Il meccanismo di cui si parlava, anche in quel caso, era molto simile a quello di cui si parla in questo filone di indagine. Secondo i pm, il sistema di società che chiudono e passano di mano è in piedi da almeno dieci anni.

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