Elezioni Umbria, viaggio a Terni tra operai delusi e rischio astensionismo – Video

I tre leader del centrodestra e il segretario Pd Zingaretti chiuderanno la campagna elettorale per le Regionali nella città dell’acciaio: tutti in piazze vicinissime. Ma gli abitanti non sembrano particolarmente attirati dai comizi di fine campagna elettorale

Non bastano quattro segretari di partito (Berlusconi, Meloni, Salvini e Zingaretti) in città, su quattro differenti palchi stasera, per frenare la disaffezione verso la politica che si respira a Terni. Nessun manifesto per le strade della città, se non quelli dei gazebo di partito. La mobilitazione in vista delle Regionali (dove sono otto i candidati per il posto occupato fino a pochi mesi fa da Catiuscia Marini, la presidente del Pd che si era dimessa dopo l’inchiesta sulla sanità che aveva travolto gli esponenti Dem) corre sui social e davanti ai cancelli dell’acciaieria Ast.


Si distribuiscono volantini durante il cambio dei turni. «Tutti a Terni hanno o hanno avuto un parente che lavora all’Ast» spiegano davanti allo stabilimento. Ora ha poco più di 2mila dipendenti, ma negli anni 70 arrivava a 12mila. L’identikit dell’operaio che vota a sinistra è ormai sbiadito nella città a guida leghista.


Per metà dei dipendenti è scattata da poco la cassa integrazione (e durerà fino a gennaio), mentre l’accordo siglato al Mise dalla multinazionale tedesca ThyssenKrupp scadrà alla fine del 2020. «Va bene qualsiasi governo, non vogliamo regali ma solo i presupposti per continuare a lavorare» commenta un operaio. Sorride come tutti qui, al termine di una frase pronunciata con una certa dose di disillusione.

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