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Elezioni Umbria, Conte: «Rifarei la foto di Narni. Noi verremo valutati nel 2023»

28 Ottobre 2019 - 17:10 Redazione
Sotto attacco da parte di Salvini, il premier cerca di spostare l'orizzonte temporale del voto e invita i partiti di maggioranza a riflettere e collaborare

Non rinnega la foto simbolo della coalizione di governo in trasferta in Umbria pochi giorni fa: «Chi vi parla non ama i tatticismi. Rifarei mille volte la foto di Narni» ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il giorno dopo la vittoria del centrodestra. L’invito per spiegare la manovra ai cittadini e sostenere Vincenzo Bianconi era arrivato direttamente dal capo politico M5s Luigi Di Maio.

E a Di Maio e agli altri leader di partito della maggioranza si è rivolto il presidente del Consiglio: «Quello umbro è un esperimento partorito tardi, ci si è mossi tardi. Si presta a varie valutazioni, lascio ai leader delle varie forze di fare le valutazioni, ma dico anche di prendersi del tempo, se un esperimento non è andato bene ci si può fermare a valutarlo, c’è tempo per fare riflessioni, ci sono altre competizioni regionali che ci aspettano» ha detto Conte arrivando a Ravenna.

Mentre Matteo Salvini e tutto il centrodestra stanno invocando il ritorno al voto dopo il successo in Umbria, il presidente del Consiglio ha cercato di spostare l’orizzonte temporale un po’ più in la, ricordando: «Quando nel 2023 ci confronteremo con le elezioni verremo valutati per quello che abbiamo fatto e per le promesse mantenute. Se riusciamo a proseguire con entusiasmo saremo giudicati positivamente. Dobbiamo rafforzare la coesione dobbiamo lavorare con la massima collaborazione».

Ma è proprio la coesione interna alla maggioranza che sembra essere a rischio in vista delle prossime elezioni regionali, quelle in Emilia-Romagna. Senza considerare il fattore-Renzi: nella sua e-news il fondatore di Italia Viva ha ricordato che per lui le elezioni si terranno nel 2023, ma non ha escluso una fine anticipata dell’esecutivo, aggiungendo: «E comunque dopo l’elezione del presidente della Repubblica».

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