Roma, incendio alla Pecora Elettrica. «Questa è una dichiarazione di guerra» – Il video

Sul posto anche il presidente del Municipio V e l’assessore alla Cultura del Municipio III

«L’odore della cenere dei libri è la cosa peggiore, è come avere un flashback». Valerio lavora da circa un anno e mezzo – «tra un incendio e l’altro, con le pause di mezzo, potrei sbagliarmi», dice – alla Pecora Elettrica, libreria bistrot dichiaratamente antifascista di Centocelle, quartiere della periferia romana.


Qui, verso le 3 della notte scorsa, tra il 5 e il 6 novembre, il negozio è stato dato alle fiamme per la seconda volta e le fiamme hanno distrutto il locale. Il primo incendio risale al 25 aprile scorso.


Domani, la libreria avrebbe riaperto: una festa con brindisi e libri per riprendersi dall’incendio di sei mesi fa, con tanto di evento creato su Facebook per attrarre il maggior numero di persone.

Daniele, il gestore della libreria, non vuole parlare: «Non ho nulla da dire, a parlare ora dovranno pensarci le istituzioni. Hanno dato fuoco a questo luogo per due volte in pochi mesi. Dov’erano le istituzioni? Dove sono ora?».

«Questa è una dichiarazione di guerra», dice Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio a Roma, «ed è giusto che le istituzioni rispondano con la stessa moneta. È un attentato gravissimo, in un luogo diventato fondamentale per il quartiere, le famiglie e la gente di passaggio».

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco. Gli investigatori hanno trovato tracce di liquido infiammabile in prossimità della libreria: l’ipotesi più plausibile a questo punto è che l’aggressione sia voluta o sostenuta dal giro di spaccio della zona, visto che il negozio è a pochi passi da un parco che di notte diventa “off limits”. Venti giorni fa la stessa sorte era capitata ad un locale proprio di fronte alla Pecora elettrica.

In tarda mattinata è arrivato alla Pecora Elettrica anche il presidente del Municipio, Giovanni Boccuzzi, del Movimento Cinque stelle. Pochi attimi di proteste e malumori hanno poi lasciato spazio al dialogo, nonostante la perplessità manifestata da alcuni cittadini che dicono di non sentirsi al sicuro.

È attesa nelle prossime ore in procura la prima informativa dei carabinieri della Compagnia Roma Casilina sull’incendio. I pm romani apriranno dunque formalmente un fascicolo di indagine per il reato di incendio doloso. 

La politica

Scortato dai carabinieri e dalla scorta si fa largo tra la gente il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini: «Il fatto che ci sia stato un ulteriore attentato è di una gravità assoluta. Quando si bruciano i libri è terribile e questa libreria era impegnata sui temi dei diritti e dell’antifascismo, ha dichiarato, sottolineando come episodi di questa natura necessitino di un tempestivo intervento delle istituzioni, del Comune e dello Stato».

«Inquietante l’ennesimo rogo alla libreria La Pecora Elettrica a Roma – scrive la sindaca Virginia Raggi su Twitter – Se fosse confermato l’atto doloso sarebbe estremamente grave. Vicina ai proprietari, si faccia subito chiarezza!».

Dalle istituzioni, arriva anche una nota di Michela Di Biase, consigliera regionale del Pd: «È evidente che l’ottimo lavoro di presidio di un territorio difficile che la libreria svolge da anni, dà fastidio», ha scritto.

E ha poi aggiunto: «Non possiamo certo permettere che realtà come questa vengano costantemente intimidite, per questo scriverò oggi stesso al prefetto di Roma Gerarda Pantalone, per rappresentarle la gravità della situazione e chiederle un intervento tempestivo».

Foto e video: Giulia Marchina

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