Caso Segre, la ministra Lamorgese: «Ormai sdoganato linguaggio violento: non è accettabile che ci siano parole d’odio»

«Il linguaggio urlato preoccupa perché da parole violente possono venire azioni violente», dice la ministra in visita alla Comunità Ebraica di Roma

Continuano gli attestati di solidarietà a Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz che di recente, a 89 anni, è finita sotto scorta alla luce delle minacce ricevute. «Il linguaggio urlato preoccupa perché da parole violente possono venire azioni violente. Come quello avuto per esempio nei confronti della senatrice Segre – di cui mi onoro di essere amica – anche a proposito della commissione votata da una parte del parlamento, è sdoganato», dice la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nel corso della sua visita alla Comunità Ebraica alla Sinagoga di Roma.


«Come se fosse normale parlare in maniera virulenta di qualunque argomento…», prosegue Lamorgese. «Questo è il momento delle scelte e dell’equilibrio. È il momento della responsabilità da parte di tutti, non dobbiamo sottovalutare il problema, non è accettabile che ci siano parole d’odio. Le istituzioni e la politica devono farsi guidare da pacatezza ed equilibrio».


«Assicuro da parte delle forze dell’ordine la massima attenzione, monitoriamo costantemente le situazioni di criticità», aggiunge la ministra dell’Interno, sottolineando che verranno «intensificate le attività poste in essere» per arginare l’antisemitismo. «Su questi aspetti siamo tutti compatti: l’Italia è uno di quei paesi in cui c’è maggiore sicurezza perché non ha mai abbassato la guardia e ha sempre mantenuto viva la memoria».

Contro la violenza verbale, dice ancora la titolare del Viminale, «la memoria è fondamentale e va coltivata tutto l’anno, soprattutto con i giovani ai quali dobbiamo insegnare a non dimenticare, a non sdrammatizzare e sottovalutare certi atteggiamenti».

E sulla commissione proposta da Liliana Segre, «viste la finalità, cioè essere diretta a evitare le manifestazioni di odio, secondo me era una questione che prescindeva dalla parte politica», aggiunge Luciana Lamorgese rispondendo a chi le chiedeva un commento sull’astensione del centrodestra in occasione del voto per l’approvazione della Commissione Segre.

La ministra, dopo aver incontrato i vertici della comunità ebraica nel Tempio Maggiore, ha reso omaggio alla lapide commemorativa di Stefano Gaj Tachè, il bambino morto nell’attentato alla sinagoga di Roma del 1982.

L’«odio dilagante»

«Dobbiamo arginare l’odio dilagante fatto di monosillabi e anonimato», dice la presidente delle comunità ebraiche italiane Noemi di Segni durante l’incontro con la ministra Lamorgese. «Non è sufficiente agire e reagire solo con le forze di polizia, occorre ripensare l’impianto normativo e il codice penale: capire che cosa è l’apologia del fascismo, l’aggravante razziale, l’antisemitismo». E serve, aggiunge, lavorare «sulla cultura e sull’educazione alla convivenza, fin da piccoli».

La senatrice a vita Liliana Segre all’università Statale di Milano per partecipare all’incontro su “Guardare al futuro senza dimenticare: medici e impegno civile ieri e oggi”, sull’impatto delle leggi razziali nella comunità medica ebraica, Milano, 4 novembre 2019. ANSA/Matteo Bazzi

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