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In diretta Facebook a caccia di stranieri nelle case popolari, due di FdI nella bufera: denunciati al Garante della privacy

11 Novembre 2019 - 14:00 Alessandro Parodi
Il post, poi cancellato, era stato realizzato dal deputato Galeazzo Bignami e dal consigliere Marco Lisei

Avevano realizzato un video in diretta Facebook nomi e cognomi di famiglie di origine straniera sui citofoni di case popolari a Bologna. Il post, poi cancellato, era stato realizzato dal deputato Galeazzo Bignami, ex Forza Italia da poco passato a Fratelli d’Italia, nel corso di un “blitz” nel quartiere Bolognina del capoluogo emiliano insieme a Marco Lisei, consigliere comunale ex Fi e ora anche lui passato a FdI.

Dai social però adesso l’iniziativa che secondo i due politici di destra aveva lo scopo di mostrare, raccogliendo «segnalazioni dei cittadini», che i criteri di assegnazione degli alloggi favoriscono i cittadini stranieri, è finita sul tavolo del Garante della Privacy. L’esposto è stato presentato dall’avvocata Cathy La Torre, ex consigliera comunale e attivista per i diritti civili.

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Il Garante per la Privacy conferma a Open di aver ricevuto la segnalazione dell’avvocata La Torre. E non solo quella: «Ne sono arrivate anche altre». Ora valuterà le eventuali violazioni del Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation) – relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali e le conseguenti, eventuali sanzioni.

A Bignami e Lisey viene imputato di aver violato il diritto alla privacy dei titolari delle case popolari. Un rischio che i due avrebbero già messo in conto prima di procedere al “blitz”, visto che lo stesso Bignami, che è avvocato come Lisei, nel filmato aveva dichiarato: «Ci diranno che stiamo violando la privacy, ma non ce ne frega assolutamente nulla, perché se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello bisogna che ti metta nell’ottica che poi qualcuno può andare a vedere».

La Torre ricorda ai due politici in un post sempre su Facebook: «Poiché però non siamo (ancora) in un’Italia nazista, ma in uno Stato di Diritto retto dalla Costituzione Italiana, ricordo ai due Colleghi Avvocati e candidati che per la legge, la diffusione di nomi, cognomi indirizzo di residenza degli assegnatari degli alloggi popolari per essere lecita deve ricevere il consenso degli interessati. Senza tali requisiti la diffusione viola la normativa in materia di protezione dei dati personali».

Dopo aver informato di aver inviato la segnalazione al Garante della Privacy «per la violazione degli artt. 6, 13 e 35 del Reg. UE 2016/679», l’avvocata ricorda che in caso positivo il Garante stesso «potrà infliggere una sanzione pecuniaria fino ad un massimo di 20 Milioni di euro (non 20mila, 20 MILIONI di euro)».

La Torre ricorda poi che «tutti quei cittadini violati nella loro Privacy potranno chiedere un risarcimento danni rivolgendosi al Tribunale di Bologna» e invita anche chi non direttamente coinvolto a inviare una segnalazione al Garante come la sua di cui riporta il testo integrale.

Bignami il 9 novembre aveva pubblicato un post in cui riportava alcuni violenti commenti al post incriminato. Scriveva il deputato di Fratelli d’Italia: «gli estratti dei post che allego sotto dimostrano cosa avete suscitato. Sia ben chiaro: non me ne preoccupo. Neanche delle minacce di morte, di insulti, degli inviti a venirmi a prendere sotto casa. D’altronde l’hanno già fatto con la mia famiglia: a mio padre hanno sparato una dozzina di colpi di pistola, proprio sotto casa, di cui diversi a segno, perché era di Destra; siamo stati costretti a cambiare città perché di Destra. Figuriamoci se mi preoccupano quattro leoni da tastiera».

https://www.facebook.com/GaleazzoBignami/photos/a.10154621880940154/10162635755605154/?type=3&theater

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