Momo, il 21enne educatore del Treno della Memoria: «Con le visite ai lager, i giovani danno un futuro alla memoria» – La videointervista

Mohamed è nato a Torino e da 3 anni accompagna i ragazzi in visita ai campi di concentramento. Sull’anniversario della caduta del muro di Berlino dice: «Attorno a me vedo ancora troppi muri perché questa data possa assumere un significato»

Freddo nelle ossa, emozione, incredulità e un pensiero fisso: «Come ha potuto l’uomo arrivare a tanto, come ha potuto permettere così tanta cattiveria?». Poi la notizia degli insulti a Liliana Segre, la scorta alla senatrice, il sindaco di Predappio che non concede i fondi per il viaggio ad Auschwitz.


Per lui è stato come riavvolgere il nastro della storia. Una storia che il 21enne Mohamed, che tutti chiamano Momo, non ha vissuto sulla propria pelle, ma che ha imparato a conoscere attraverso le testimonianze dei sopravvissuti che gli hanno fatto lezione ai corsi per diventare educatore sul Treno della memoria. Ha imparato visitando i lager, sentendo appunto il freddo davanti alla scritta: «Il lavoro rende liberi».


Il campo di concentramento di Auschwitz

Da tre anni Mohamed, nato a Torino dove ora studia all’università, accompagna i ragazzi delle superiori e delle medie nel viaggio attraverso i campi di concentramento. Lo scorso anno più di 4mila ragazzi sono partiti da tutta Italia spinti dai sentimenti più diversi.

«C’è chi è curioso, chi è motivato e anche chi è più scettico. Ed è soprattutto a questi ultimi che dobbiamo dedicare più tempo per far capire l’origine dell’antisemitismo, far toccare con mano ciò che prima hanno letto distrattamente sui libri di storia».

Mohamed durante un “viaggio della memoria”

C’è una cosa di cui Mohamed è certo: i ragazzi che partono poi tornano diversi. È per questo che, secondo lui, le istituzioni dovrebbero promuovere questo tipo di viaggi invece che bloccarli.

«Se avessi davanti il sindaco di Predappio, cercherei di fargli capire che ha sbagliato. Dire che il “treno della Memoria è di parte” è gravissimo. Quale parte? Di chi ha sterminato e chi ha massacrato. Il fascismo non è un’opinione, ma va contro la legge. Basta leggere la Costituzione», dice il 21enne studente in Mediazione culturale.

Per Mohamed, Shoah significa «cattiveria», «indifferenza»: «L’indifferenza di chi sta nella zona grigia, la zona di chi vede le ingiustizie attorno a sé, ma non fa nulla per contrastarle. Purtroppo questa zona esiste anche oggi». L’odio che vede rinascere oggi, secondo lui, è frutto dell’ignoranza. «Per questo è importante promuovere questi viaggi. Noi giovani dobbiamo essere la memoria del domani».

Invece il mondo sembra andare da tutt’altra parte: «A cosa serve celebrare i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino se poi alcuni politici invece di abbattere le barriere pensano a ricostruirle? Quando è caduto il muro, io non ero nemmeno nato e devo dire che oggi per me quest’anniversario non ha molto significato. Ci sono ancora troppi muri perché possa assumere importanza agli occhi della mia generazione».

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