Ora legale, l’Italia dice no all’abolizione: «Serve a risparmiare sulle bollette»

La battaglia sarà concitata: i Paesi del Nord voglio eliminare il fuso orario, quelli del Sud preferiscono mantenerlo per guadagnare un’ora di luce

Non ci sarà alcuna abolizione dell’ora legale. A esprimere questa posizione è l’Italia che già a giugno ha presentato a Bruxelles una domanda formale per mantenere intatta la situazione attuale, evitando così variazioni sul tema. La decisione rientra nell’ambito di quanto richiesto dall’Unione europea: entro il 2021, infatti, i paesi membri dovranno decidere se mantenere l’ora legale o eliminarla. Nei prossimi mesi si assisterà alla discussione davanti al Parlamento europeo e alla Commissione europea. La battaglia sarà concitata: i Paesi del Nord Europa sono contro l’ora legale. Quelli del Sud, come l’Italia, sono a favore del doppio fuso: in questo modo si guadagna un’ora di luce in estate e se ne recupera una anche in inverno.


Le ragioni del “no”

Mancanza di prove scientifiche

Come spiegato dal Corriere della Sera, non esiste – secondo quanto scritto nella relazione presentata dall’Italia – alcun riscontro scientifico che colleghi il cambio di fuso orario a un danneggiamento dell’equilibrio psico-fisico. Manca «una valutazione d’impatto dalla quale si possa evincere, in modo esaustivo, il quadro dei vantaggi e degli svantaggi», si legge.


Risparmio economico

Da un punto di vista pratico, la possibilità di accendere le luci un’ora dopo per sei mesi l’anno, incide sulle bollette. Questa è la seconda ragione, più pragmatica, avanzata dall’Italia. Da un report preparato da Terna, il gestore dei tralicci dell’alta tensione, su richiesta del governo, gli italiani risparmiano circa 100 milioni di euro l’anno.

Troppi fusi orari: il caos

L’ultima perplessità, secondo il governo, è che troppe scelte diverse tra gli Stati membri dell’Unione potrebbero portare a una situazione caotica, difficile da gestire. Troppi fusi orari, in sostanza, minerebbero il corretto funzionamento del mercato interno.

In copertina: immagine di repertorio

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