Impeachment, la commissione intelligence della Camera approva il rapporto contro Trump

«Questo genere di situazioni sono esattamente quelle per cui l’impeachment è stato inventato» ha affermato il Presidente della commissione intelligence della Camera

Donald Trump ha «abusato del suo potere», «ostacolato la giustizia» e «sollecitato l’interferenza di un governo straniero, quello dell’Ucraina, per trarre vantaggio nella sua rielezione». Questa la conclusione del rapporto della commissione intelligence della Camera USA, presentata dal suo Presidente Adam Schiff il 3 dicembre ed approvata dalla maggioranza. Contrari tutti i repubblicani, in minoranza alla Camera. Il documento fornirà la base della commissione giustizia per redigere gli articoli della messa in stato d’accusa.


La sintesi delle indagini verrà ora trasmessa alla commissione giustizia della Camera, che predisporrà la messa in stato d’accusa. La prima udienza si terrà mercoledì, quando alcuni costituzionalisti aiuteranno i deputati a identificare le basi storiche e giuridiche per l’impeachment.


Nel dossier di 300 pagine si parla di «prove schiaccianti» sul fatto che Trump abbia «abusato del suo potere per sollecitare interferenze estere a suo favore nelle elezioni del 2020». «Questo genere di situazioni sono esattamente quelle per cui l’impeachment è stato inventato dai padri fondatori degli Stati Uniti», aggiunge Schiff, in riferimento a quella che sarebbe la quarta procedura di destituzione nei 243 anni di storia americana.

La presentazione del report è avvenuta mentre il diretto interessato, Donald Trump, si trova al vertice Nato a Londra. Lì, il Presidente USA ha dichiarato: «È una bufala, penso che ciò che i Democratici hanno messo in scena sia molto antipatriottico». Per lui Schiff è «pazzo e malato». Pronta la replica della Casa bianca tramite la portavoce Stephanie Grisham che ha definito «una farsa» l’inchiesta, assolutamente priva di prove e piena soltanto di «dichiarazioni sconclusionate di un blogger di bassa lega».      

Le pressioni indebite di Trump sul presidente ucraino

Basato su circa due mesi di testimonianze, pubbliche e private, il dossier documenta una campagna di pressioni condotta da Trump e da alcuni sui alleati sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché l’Ucraina aprisse un’inchiesta giudiziaria sull’ex vice presidente Joe Biden attualmente candidato alle primarie del partito democratico, suo figlio Hunter e su altri democratici.

Come leva sarebbero stati utilizzati gli aiuti militari statunitensi a Kiev per circa 400 milioni di dollari – che Trump ha congelato – e la prospettiva di un incontro alla Casa Bianca per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La campagna per mettere «i suoi interessi politici e personali al di sopra di quelli degli Stati Uniti» sarebbe «durata mesi», coinvolgendo tra gli altri il vicepresidente Mike Pence, il segretario di stato Mike Pompeo, il capo dello staff Rick Mulvaney.

Trump è anche accusato di aver impedito a numerosi membri dell’amministrazione di testimoniare o di consegnare documenti rilevanti per l’inchiesta. «Persino il presidente Richard Nixon, che ostruì il Congresso rifiutandosi di fornire prove chiave, accettò l’autorità del Congresso di condurre un’indagine di impeachment e permise ai collaboratori e ai consiglieri di produrre documenti e di testimoniare nelle commissioni parlamentari», recita il documento.

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