Lombardia, la Consulta blocca la legge anti-moschee: «Limita la libertà di culto»

Il commento di Matteo Salvini: «Reciprocità e rispetto delle nostre leggi e regole, per aprire moschee e altri luoghi di culto: chiediamo troppo?»

La Lombardia ha limitato irragionevolmente la libertà di culto: lo ha stabilito la Consulta con una sentenza relativa agli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi. Secondo la Corte, la libertà religiosa garantita dall’articolo 19 della Costituzione comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla concretamente esercitare.


Pertanto, quando disciplina l’uso del territorio, il legislatore deve tener conto della necessità di dare risposta a questa esigenza e non può comunque ostacolare l’insediamento di attrezzature religiose.


I giudici hanno annullato in particolare due disposizioni contenute nella legge del 2015, la cosiddetta “legge antimoschee”. La prima (contenuta nell’articolo 72, secondo comma, legge 12/2005) poneva come condizione per l’apertura di qualsiasi nuovo luogo di culto l’esistenza del piano per le attrezzature religiose (Par).

Secondo la Corte, il carattere del tutto discrezionale del potere del Comune di procedere alla formazione del piano di governo del territorio «rendevano assolutamente incerta e aleatoria la possibilità di realizzare nuovi luoghi di culto. Le norme censurate hanno sancito i giudici costituzionali, finivano così per determinare una forte compressione della libertà religiosa senza che a ciò corrispondesse alcun reale interesse di buon governo del territorio».

La decisione è stata criticata dal segretario della Lega, Matteo Salvini: «Reciprocità e rispetto delle nostre leggi e regole, per aprire moschee e altri luoghi di culto: chiediamo troppo? Non si sente certo il bisogno di un’altra Consulta islamica….».

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