Manovra, stop alla cannabis. Bagarre in aula sulla Casellati. La Russa a un senatore M5s: «Drogato» – Il video

Il centrodestra ha accolto con applausi e urla l’annuncio della presidente

Nella battaglia, traversale all’approvazione della manovra, il centrodestra si aggiudica la partita sulla legalizzazione della cannabis light. La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha comunicato all’Aula del Senato il giudizio di inammissibilità della norma che avrebbe consentito la vendita della canapa con un limite massimo di Thc del 0,5%. Il centrodestra ha accolto con applausi e urla l’annuncio della presidente. La decisione della presidente del Senato ha scatenato il caos. Due esponenti del M5S hanno chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata frutto della «pressione della sua parte politica». Il presidente ha replicato spiegando che è stata una «decisione meramente tecnica», aggiungendo: «Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge». A strettissimo giro il commento del Leader della Lega Matteo Salvini: «Bloccata in Senato la norma sulla coltivazione e la distribuzione di “droga di Stato”: no allo Stato spacciatore, la battaglia della Lega non si fermerà mai!» Lo stesso ex ministro dell’Interno ha ribadito intervenendo in Aula: «Ci tengo a ringraziare tecnicamente il Presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore».


Il senatore M5S Matteo Mantero, fra i promotori del provvedimento, ha commentato: «Nel pieno rispetto della Presidenza del Senato e delle sue funzioni, dissentiamo dalla decisione di espungere la norma che andava a regolare la canapa industriale. Siamo molto dispiaciuti per la decisione presa e del comportamento delle opposizioni che dimostrano estrema ignoranza in materia festeggiando con un applauso la cancellazione di questa norma». «Questo emendamento, è bene precisare – ha continuato Mantero – non riguarda la droga ma va ad incidere sugli agricoltori. In Italia ci sono 3 mila aziende che coltivano la canapa, che non delocalizzano, e che danno da lavorare a 12mila persone. Quindi l’applauso che le opposizioni hanno fatto in aula, lo hanno fatto in faccia agli agricoltori italiani. Mi aspetto ora che la Presidenza del Senato metta in calendario alla prima seduta utile la richiesta di urgenza, sottoscritta da 50 senatori, di modifica del testo sulla canapa industriale».


Dal fronte dell’opposizione esulta anche Giorgia Meloni: «Vittoria di Fratelli d’Italia: la norma sciagurata voluta dal M5S per legalizzare la vendita dei prodotti realizzati o contenenti cannabis a basso contenuto di Thc è stata dichiarata inammissibile ed è stata cancellata dalla manovra. Una vittoria di chi si batte per una vita libera da ogni droga e che abbiamo condotto al fianco delle comunità terapeutiche, degli operatori del servizio pubblico e delle associazioni. La droga non è mai leggera o innocua e noi continueremo a ribadirlo in ogni sede». L’emendamento, a firma M5S, era stato approvato in commissione bilancio, ma le opposizioni avevano subito attaccato la norma, parlando di «legalizzazione delle droghe leggere». Forza Italia aveva già annunciato battaglia al Senato. Nella serata di ieri Casellati aveva replicato a chi le chiedeva “imparzialità”. «Il presidente del Senato, così come la terzietà connaturata al suo ruolo impone, per l’ammissibilità degli emendamenti non entra mai nel merito dei provvedimenti ma si limita a valutarne esclusivamente gli aspetti tecnici», si leggeva in una nota dell’ufficio stampa di Palazzo Madama.

Il chiarimento dal Senato

Quello sulla canapa dichiarato inammissibile oggi dal Presidente del Senato è un emendamento alla legge 242/2016 (riguardante la possibilità di coltivazione della canapa) di natura “ordinamentale”, spiegano fonti del Senato, dal momento che estende l’ambito di applicazione previsto da quella normativa anche alla vendita della canapa prevedendone, di fatto, la liceità. Per questo motivo è un tipo di intervento che non è tecnicamente possibile inserire in un comma della Legge di Bilancio, come prescritto dalla Corte Costituzionale, perché «disciplina in maniera del tutto innovativa» un intero settore dell’ordinamento. «Un intervento di questo tipo – concludono le stesse fonti – si può fare solo attraverso un apposito disegno di legge. E infatti in Aula il Presidente Casellati – così come si può riscontrare nel resoconto della seduta – ha invitato la maggioranza a utilizzare questo tipo di strumento legislativo, se il provvedimento viene ritenuto così importante».

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