Salvini darà buca a Mattarella per gli auguri al Quirinale: «Ho la recita di mia figlia»

La Procura a settembre aveva ufficializzato la richiesta di archiviazione, ma aveva comunque trasmesso gli atti al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Catania

Matteo Salvini ha dato forfait. L’ex ministro dell’Interno infatti non andrà allo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato al Quirinale. La notizia l’ha data lui stesso durante un evento di Confapi. Ha giustificato l’assenza con il dover essere presente alla recita scolastica della figlia: «È in concomitanza con la recita di Natale di mia figlia. So che ci sarà polemica su questo ma dovendo scegliere… Ubi maior…». L’annuncio dell’assenza dalle stanze del Quirinale è arrivato a poche ore di distanza dalla comunicazione fatta dal tribunale dei ministri di Catania dopo gli accertamenti sul leader della Lega. Salvini è allora tornato sulla vicenda. ha replicato alle accuse sostenendo di aver solo voluto «difendere il mio paese» e che rischiare il carcere per un’azione simile significa che «in Italia c’è un problema». E poi: «Vorrei sapere quanto queste indagini costano al popolo italiano. Quanto costano gli uomini ed il tempo sottratti alle indagini vere su criminali veri».


«Ha abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana alle 00,35 del 27 luglio 2019, è scritto nel documento del Tribunale dei ministri che è stato pubblicato dal Corriere della Sera. Ma già ieri, 17 dicembre, la notizia era stata data in diretta tv proprio da Salvini. «A firma del presidente del tribunale dei ministri Lamantia, iscritto a Magistratura democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo Paese», aveva dichiarato Salvini.


Le accuse per Salvini sono di aver «determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà dei migranti, costretti a rimanere in condizioni psico fisiche critiche a bordo”, scrivono i giudici. La vicenda riguarda la nave Gregoretti: il pattugliatore della Guardia Costiera era fermo nel porto militare di Augusta (Siracusa) dalla notte del 27 luglio con a bordo oltre 100 migranti soccorsi in mare fino al 31 luglio quando era arrivato il via libera allo sbarco. La Procura a settembre aveva ufficializzato la richiesta di archiviazione, ma aveva comunque trasmesso gli atti al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Catania.

Leggi anche: