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Salvini al congresso con un presepe in mano. E Bossi non ci sta: «Col c***o che oggi è il funerale della Lega» – Il video

21 Dicembre 2019 - 12:05 Felice Florio
«Salvini non ci può imporre un cazzo, siamo noi che decidiamo. Le cose imposte non funzionano. Non salterà il mondo», dice il senatùr dal palco

«Sono contento che non ci siano state liti oggi. Non si chiude nessuna Lega. Nella sostanza questo congresso dà solo la possibilità di iscriversi a due Leghe». A parlare, ancora una volta senza peli sulla lingua, è Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, in apertura del congresso di oggi a Milano sullo statuto. Un congresso che, per Matteo Salvini, manda in soffitta la Lega del Senatùr, le velleità di secessione di un tempo e le ampolle di acqua del Po. Lasciando spazio alla Lega salviniana che punta a tutta Italia. «Salvini non ci può imporre un cazzo, siamo noi che decidiamo. Le cose imposte non funzionano. Non salterà il mondo», dice Umberto Bossi dal palco.

L’arrivo di Salvini

«Oggi è l’inizio di un bellissimo percorso, è il battesimo di un movimento che ha l’ambizione di rilanciare l’Italia nel mondo», dice il leader della Lega Matteo Salvini, arrivando al congresso straordinario per la modifica dello statuto del partito. Salvini è arrivato all’Hotel Da Vinci di Milano con un presepe in mano donato, ha detto, da artigiani campani. Una foto con il tricolore come sfondo è l’immagine scelta dal segretario del Carroccio Matteo Salvini per il primo post su Facebook nel giorno del congresso della Lega Nord che, con la modifica dello statuto, ne ratificherà la svolta. «Niente e nessuno – ha scritto – mi toglierà mai il sorriso e la voglia testarda di lottare per quello splendido Paese chiamato ITALIA».

Il caso Gregoretti

«Non penso che questi giudici attacchino me, attaccano un popolo. Non c’è in ballo la libertà personale di Salvini è un attacco alla sovranità nazionale, alla sovranità popolare, al diritto alla sicurezza e alla difesa dei confini», dice il leader del Carroccio. «Io rispetto la stragrande maggioranza dei giudici che fanno bene il loro lavoro, qualcuno ha un pregiudizio».

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