Predappio, la giunta leghista ci ripensa sul museo del fascismo: «Progetto pressapochista»

La proposta era stata nata dall’ex sindaco del Pd Giorgio Frassineti

A pochi mesi dall’inizio dei lavori è arrivato l’altolà della giunta comunale dell’attuale sindaco Roberto Canali sulla costruzione di un museo del fascismo a Predappio. Il primo cittadino della città natale di Mussolini ha quindi invertito la rotta intrapresa dall’ex sindaco del Pd Giorgio Frassineti che aveva istituito il Centro Progetto Predappio per la riqualificazione dell’ex Casa del Fascio.


Ora, dopo che la giunta di centro sinistra aveva già speso 90mila euro per il progetto preliminare affidato all’Istituto storico Parri di Bologna, l’intera opera sembra destinata ad arenarsi. L’obiettivo era ricavare un «centro di Documentazione e Ricerca di valenza internazionale, sul tema del totalitarismo nel ‘900, con un’ampia esposizione permanente dedicata a l’Italia totalitaria. Stato e Società in epoca fascista», fa sapere Frassineti a La Stampa.


L’ex primo cittadino non ci sta e attacca l’attuale giunta: «La mia domanda è: cosa vuole farci ora il sindaco? – aggiunge Frassineti -. Finora lui ha detto due cose: che la sola attrattiva di Predappio è la tomba di Mussolini e che i viaggi ad Auschwitz sono divisivi».

Già 3,5 milioni di euro sono stati stanziati per il progetto grazie alla Regione Emilia Romagna e ad altre associazioni. Canali si difende dalle accuse e da chi crede che questo cambio di rotta sia dovuto alle pressione “dei nostalgici” del Duce.

«Queste voci sono stupidaggini, il Centro è stato smantellato perché il progetto di intervento è stato fatto con pressappochismo, tanto che la Soprintendenza ha espresso delle perplessità. Abbiamo preferito fermare tutto, sono soldi pubblici e vogliamo vedere come vengono spesi. Intanto il recupero dell’edificio va avanti», chiarisce Canali.

Il sindaco della Lega crede che «un museo sul fascismo sia una cosa assolutamente difficile da affrontare. Dovrebbe basarsi su una logica condivisibile da tutti, perché siamo in un Paese troppo controverso».

Sembra che il progetto prenderà ora una forma completamente diversa: «Dovrebbe riguardare la storia di Predappio in generale – ha detto Canali – penso più a un’istituzione che si occupi di storia locale, piuttosto che fare qualcosa di troppo grande per noi».

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