Foibe: sorpreso mentre imbratta una stele a Carpi. Denunciato

Dopo un lungo inseguimento, i poliziotti sono riusciti a bloccare il giovane di 20 anni

È nei guai un cittadino serbo di 20 anni: la notte tra l’8 e il 9 febbraio a Carpi, in provincia di Modena, ha imbrattato con due bombolette spray la Stele del Ricordo dedicata alle vittime delle foibe.


Non è la prima volta che il monumento viene deturpato: anche negli anni passati, in occasione della giornata della memoria delle foibe, il 10 febbraio, la stele collocata nell’area verde di via Baden Powell è stata presa di mira da diversi vandali. Nel corso delle celebrazioni passate, infatti, le istituzioni hanno dovuto commemorare la giornata stendendo un tappetino blu per coprire le scritte.


Proprio per questa ragione, la scorsa notte, i poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza stavano pattugliando la zona. Intorno alle 0.25, a bordo della volante, gli agenti hanno sorpreso il ragazzo, incensurato, intento a imbrattare il monumento. Resosi conto di essere stato sorpreso, il giovane si è dato alla fuga ed è iniziato un lungo inseguimento dei poliziotti, scesi dall’auto per rincorrerlo a piedi.

Dopo qualche minuto, i poliziotti l’hanno scovato nascosto tra i cespugli: il 20enne aveva ancora in mano le due bombolette spray con le quali aveva scritto sul monumento frasi in lingua serbo-croata: «Morte al fascismo», «Libertà». La commemorazione si è quindi celebrata anche quest’anno con il solito tappeto blu a copertura delle scritte: il Comune non è riuscito a rimuoverle in tempo e la pulizia verrà effettuata nei prossimi giorni.

Il ragazzo è stato denunciato per deturpamento e imbrattamento di cose di interesse storico o artistico. Dura la condanna del sindaco di Carpi Alberto Bellelli: «Se vogliamo pretendere un Giorno del Ricordo senza tappetino blu per coprire atti di inciviltà, allora dobbiamo fare un salto di qualità che veda impegnati tutti, ognuno nel proprio ruolo e con la propria responsabilità».

In copertina Piazza dei Martiri a Carpi, Modena. Wikipedia

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