Effetto B: sulla mappa di YouTrend la scia di Bonaccini lungo la via Emilia

La mappa, attraverso diverse intensità di colore, evidenzia come, nella rilevazione del voto in base ai Comuni, esista una marcata differenza rispetto alla scelta degli elettori fra la sua coalizione e lo stesso Bonaccini

Dalla mappa di YouTrend arriva un’ulteriore interpretazione della vittoria di Stefano Bonaccini alle elezioni regionali in Emilia Romagna dello scorso 26 gennaio. Dopo l’analisi dei flussi elettorali effettuata dall’Istituto Cattaneo, che ha rivelato come il candidato del centrosinistra abbia conquistato la riconferma alla carica di governatore grazie al travaso di voto dal M5s rispetto alle ultime elezioni europee, YouTrend mostra un significativo aspetto geografico del modo in cui gli emiliano-romagnoli hanno espresso le loro preferenze.


La mappa, attraverso diverse intensità di colore, evidenzia come, nella rilevazione del voto in base ai Comuni, esista una marcata differenza rispetto alla scelta degli elettori fra la sua coalizione e lo stesso Bonaccini. Il presidente della Regione si dimostra più forte nella via Emilia e nei capoluoghi di provincia.


https://twitter.com/you_trend/status/1222144774288936960

Insomma, si può parlare di un “fattore Bonaccini”, cioè la differenza tra i voti al candidato presidente del centrosinistra e le liste a suo sostegno, che ha sospinto l’esponente del Pd alla vittoria. L’effetto traino di Bonaccini sembra aver funzionato meno in provincia, anche se sono stati soltanto tre i capoluoghi che l’avversaria Borgonzoni è riuscita a conquistare (Piacenza, Ferrara e Rimini).

Sempre a proposito dei flussi, YouTrend rileva che su 100 voti andati a Bonaccini, 65 avevano votato partiti di centrosinistra alle Europee 2019. Il 9% aveva votato M5s, il 6% partiti di centrodestra, quasi il 18% si era astenuto. Inoltre, YouTrend ricorda che la vittoria di Bonaccini in Emilia-Romagna riporta il centrosinistra sui valori delle Regionali del 2010. Nonostante la sconfitta, il centrodestra sfonda il muro del milione di voti. Il M5s invece ha più che dimezzato i propri voti sia rispetto al 2014 che al 2010.

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