Italia Viva, prima assemblea. Renzi: «Si vota nel 2023», ma «Conte non è il leader dei progressisti del mondo»

«Se qualcuno immagina che Italia Viva faccia un partito con Pd, M5S e Leu – ha chiarito l’ex premier – diciamo in bocca al lupo, buon lavoro e buona vita ma noi saremo dall’altra parte»

Matteo Renzi ha dato il via alla prima assemblea nazionale di Italia Viva dagli studi di Cinecittà a Roma con un messaggio chiaro: si voterà soltanto a fine legislatura. L’ex presidente del Consiglio non ha risparmiato però una stoccata al premier e al segretario del Pd Nicola Zingaretti che nei mesi scorsi aveva parlato di Conte come della possibile guida dei riformisti.


«Noi abbiamo molto rispetto per il presidente del Consiglio Conte – ha spiegato Renzi – vogliamo dargli una mano, vogliamo che vada avanti la legislatura e vada avanti il governo. Ma il rispetto non lo trasforma nel leader dei progressisti del mondo. Abbiamo rispetto per chi lo considera tale, ma per noi non è il punto di riferimento del progressismo mondiale». Secondo Renzi, resta colui che «ha firmato i decreti sicurezza di Salvini».


In diretta da Cinecittà, il mio intervento di apertura della prima assemblea nazionale di Italia Viva. #BuonGoverno

Gepostet von Matteo Renzi am Samstag, 1. Februar 2020

Il leader di Italia Viva ha poi dichiarato che l’esperienza del governo, nato da “la mossa del cavallo” per evitare la vittoria dei sovranisti alle elezioni anticipate, non prefigura una corsa comune insieme alle prossime consultazioni: «Se qualcuno immagina che Italia Viva faccia un partito con Pd, M5S e Leu – ha detto ancora Matteo Renzi – diciamo in bocca al lupo, buon lavoro e buona vita ma noi saremo dall’altra parte. Non può esistere quella visone del progressismo, quindi di conseguenza non pensiamo di andare alle prossime elezioni in un derby con Salvini e Meloni e parte della sinistra radicale che è già fuori dal mondo».

L’ex premier ha poi tracciato la linea programmatica del suo partito: «A Iv servono tempo, un ideale e un buon governo. I primi due ce li abbiamo, sul buon governo occorre organizzarsi. Tempo: si vota nel 2023 – ha ribadito – perché nelle ultime legislature si è votato alla fine della legislatura. Si vota ogni cinque anni, non quando lo decide qualcuno».

Parlando ancora degli alleati di governo “a sinistra” Renzi ha polemizzato: «Se Pd e reduci di Leu tornano insieme noi gli diciamo “in bocca al lupo”, ma saremo da un’altra parte. Non può esistere quella visione del progressismo, la contestiamo a Corbyn».

Ancora, sul tema della prescrizione, ha attaccato il suo ex partito: «Se il Pd recupera l’anima riformista io sono felice», ha detto Renzi, ma sarà Italia Viva a crescere se il Partito Democratico «tradisce le proprie idee per andare dietro al giustizialismo di Bonafede».

Poi l’ex segretario dem ha ribadito che la proposta di Italia Viva sulla prescrizione, il cosiddetto lodo Annibali, ricalca la riforma dell’ex ministro della Giustizia e attuale vicesegretario del Pd Andrea Orlando.

Durante il suo intervento Renzi ha citato e fatto ascoltare un passaggio del discorso di Liliana Segre al Parlamento Europeo dello scorso 30 gennaio: dopo la riproduzione del passaggio i delegati si sono alzati in piedi tributandole un lunghissimo applauso.

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