Coronavirus, cosa sappiamo dei due turisti ricoverati a Taiwan dopo la vacanza in Toscana e Lazio

Da un’indagine condotta dai medici, si viene a capo del nodo. In conferenza stampa dichiarano che il contagio, con tutta probabilità, è avvenuto sull’aereo che da Hong Kong portava in Europa

Viaggiare in Italia indisturbati, per dieci giorni, col Coronavirus in corpo si può. Ed è quello che è accaduto ai due turisti – marito e moglie, di 50 anni circa – di Taiwan. Partiti il 22 gennaio da Taipei ma senza volo diretto, preferendo fare scalo a Hong Kong, sono arrivati in Italia. Stavano bene, e hanno iniziato il loro giro turistico, con particolare interesse per la Capitale.


Entusiasti, fanno ritorno, di nuovo, nel Bel Paese il primo febbraio. Marito e moglie hanno la febbre, così il 4 febbraio vengono ricoverati nell’ospedale di Taiwan – temendo siano positivi al virus. E infatti il test non mente: positivi entrambi, hanno la polmonite causata da virus del primo focolaio – per intenderci, quello registrato nella città di Wuhan.


Da un’indagine condotta dai medici, si viene a capo del nodo. In conferenza stampa dichiarano che il contagio, con tutta probabilità, è avvenuto sull’aereo che da Hong Kong portava in Europa. E la ricostruzione degli esperti aggiunge un dettaglio alla trama. La coppia è stata contagiata nel volo di andata, per cui, mentre si trovavano in Italia erano già infetti.

Sono state messe in atto «tutte le procedure per questi casi con il tracciamento di tutti «i contatti stretti e continuativi». Siamo abbastanza tranquilli perché sta per scadere il periodo dei 14 giorni da quando sono passati per la Toscana e per il Lazio». Lo precisa il ministero della Salute in merito alla coppia di Taiwan – la cui storia è stata anticipata su alcuni quotidiani – ripartita il 31 gennaio dall’Italia e trovata positiva al coronavirus al ritorno in patria, insieme al figlio, anche lui ricoverato a Taiwan.

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