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Siria, scaduto l’ultimatum. Ankara ha lanciato l’offensiva contro Assad. Ma Erdogan vuole evitare scontri con le truppe russe

01 Marzo 2020 - 11:55 Redazione
Erdogan deciso ad andare fino in fondo nel conflitto siriano, dopo aver lanciato un avvertimento anche a Putin

L’offensiva della Turchia in Siria è stata lanciata a Idlib, nel nord-ovest, in risposta agli attacchi dell’artiglieria di Damasco che questa settimana hanno provocato gravi perdite tra i militari turchi. «L’operazione “Spring Shield”, lanciata dopo il vile attacco del 27 febbraio a Idlib, va avanti con successo», ha dichiarato il ministro della difesa turco Hulusi Akar, dopo l’uccisione di decine di soldati nei giorni scorsi.

Nel frattempo, è stato perso il contatto con 3 dipendenti di Sputnik mentre si dirigevano dalla polizia dopo essere stati attaccati ad Ankara.

https://twitter.com/RT_com/status/1234033111442350083

La Turchia ha lanciato la sua offensiva in Siria, dopo che nella notte del 27 febbraio le forze di Assad avevano ucciso 33 militari turchi. Secondo alcune fonti, Ankara avrebbe distrutto l’aeroporto militare Nairab di Aleppo rendendolo cosi inaccessibile alle forze lealiste di Assad. Da Ankara però, riferisce l’agenzia Afp, ci sarebbe la ferma intenzione di evitare ogni tipo di scontro con le truppe russe.

La risposta arriva dopo lo scadere dell’ultimatum di Erdogan al presidente siriano Bashar al Assad sul ritiro delle sue truppe dalla provincia di Idlib, dove da settimane sono in corso gli attacchi congiunti dell’esercito siriano e dei bombardamenti aerei russi.

Alcuni caccia F-16 sono partiti dalla base turca di Eskişehir verso Idlib, entrando così di fatto per la prima volta nella spazio aereo siriano. La Turchia avrebbe bombardato anche la città costiera di Latakia, vicino alla base navale russa di Khmeimim.

Nella giornata di ieri il presidente turco aveva promesso ritorsioni dopo gli attacchi delle forze di Damasco contro i militari turchi e aveva chiesto a Putin di «togliersi di mezzo da Idlib», di lasciare la Turchia faccia a faccia con il regime siriano.

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