Siria, almeno 22 soldati turchi uccisi in raid a Idlib. Ankara: attacco a tutte le posizioni governative

La Turchia avrebbe deciso di non bloccare più alle sue frontiere i rifugiati siriani che intendano recarsi in Europa

Sarebbero almeno 1.709 i soldati delle forze governative siriane “neutralizzati” (cioè uccisi o feriti) da parte dell’esercito turco durante gli scontri avvenuti a Idlib in Siria negli ultimi 17 giorni. A riferirlo è il ministero della Difesa di Ankara, che sostiene di aver anche distrutto 55 carri armati, 3 elicotteri, 18 mezzi blindati, 29 obici, 21 mezzi militari e diversi depositi di armi e munizioni del regime.


Almeno 22 soldati turchi invece sono rimasti uccisi in un raid aereo del regime siriano a Idlib. Lo notizia arriva dal prefetto della provincia frontaliera turca di Hatay, verso i cui ospedali sono giunte diverse ambulanze dal lato siriano del confine. Nell’attacco è inoltre rimasto ferito un numero imprecisato di altri militari di Ankara. Secondo L’Osservatorio siriano per i diritti umani i militari turchi uccisi sarebbero invece almeno 34.


L’attacco turco a tutte le posizioni governative

Il capo della comunicazione della Presidenza turca, Fahrettin Altun, dopo l’uccisione dei 22 soldati di Ankara in un raid aereo governativo, annuncia che «tutte le posizioni note del regime siriano vengono prese di mira dalle nostre unità terrestri e aeree» in questo momento a Idlib.

La Turchia non bloccherà le frontiere ai profughi

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha tenuto una riunione di emergenza di due ore per discutere della situazione a Idlib, dove l’offensiva governativa, sostenuta dalla Russia per impadronirsi dell’ultima roccaforte e tenuta dall’opposizione del Paese devastato dalla guerra, ha costretto a sfollare quasi un milione di persone.

Secondo fonti governative riportate da media locali, la Turchia avrebbe deciso di non bloccare più alle sue frontiere i rifugiati siriani che intendano recarsi in Europa. Si tratterebbe di un’iniziativa di fatto presa probabilmente come reazione al mancato sostegno che Ankara lamenta a Idlib.

In concreto, sarebbe stato ordinato alla guardia costiera e alla polizia alle frontiere terrestri di lasciar passare senza controlli eventuali rifugiati siriani. Non c’è al momento alcuna conferma ufficiale da parte delle autorità di Ankara. Un’iniziativa del genere era stata ripetutamente minacciata in passato dal presidente Erdogan.

Italia e Francia: «Inaccettabile l’offensiva di Idlib»

Nella dichiarazione finale del vertice intergovernativo di Napoli fra Italia e Francia, in merito alla guerra in Siria, si legge: «È della massima importanza che gli autori di violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale relativo ai diritti umani debbano rendere conto dei loro atti. È la ragione per la quale la Francia e l’Italia chiedono alla Corte penale internazionale di occuparsi della situazione in Siria». I due Paesi giudicano «inaccettabile» la nuova offensiva a Idlib «guidata dal regime siriano e dai suoi sostenitori», come affermato dal presidente Macron in conferenza stampa.

Il vertice russo-turco

Nel corso dei colloqui condotti tra ieri e oggi ad Ankara con la delegazione russa sulla crisi a Idlib, la Turchia ha sottolineato «la necessità di garantire un cessate il fuoco immediato e ha discusso i passi da compiere sul terreno per raggiungere questo scopo», secondo le parole del ministero degli Esteri turco.

Secondo il ministro della Difesa Hulusi Akar, Ankara «deciderà come muoversi» in base ai risultati di questo terzo round di riunioni, che segue quelle già condotte a Mosca e ancora ad Ankara, sottolineando che la Turchia ha chiesto in particolare la possibilità di accesso per i suoi droni allo spazio aereo del nord-ovest della Siria, controllato da Mosca.

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