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«Il coronavirus non provoca la malattia, tutta colpa dei salicilati»: le pericolose “ipotesi” di un medico omeopata

17 Marzo 2020 - 10:55 Juanne Pili
Solo ipotesi? Diffondere dubbi infondati sulla correlazione tra il nuovo coronavirus e l'epidemia di Covid-19 non è una buona idea

Sul sito AttivoTv compare il video del medico omeopata Salvatore Rainò, nel quale vengono fatte delle affermazioni che si discostano nettamente da quanto sappiamo dalla Comunità scientifica sulle malattie infettive. Il tema è quello dei modi con cui si combatte l’infezione da SARS-CoV2 e come si sta affrontando l’epidemia di Covid-19 negli ospedali.

Rainò non è nuovo ad affermazioni controverse, oltre a essere un sostenitore di medicine alternative come l’omeopatia. Sul portale dei medici e odontoiatri Fnomceo, risulta essere un allergologo. 

L’articolo in cui compare il filmato reca la firma di Mida Riva, altro personaggio noto per la sua dedizione alla disinformazione e a sostegno dell’area antivaccinista. Il video era presente anche sul profilo Facebook di Rainò, raggiungendo nel momento in cui scriviamo 28mila condivisioni, e su YouTube, con oltre 30mila visualizzazioni.

Fact checking delle principali affermazioni

Analizziamo le principali affermazioni di Rainò, spiegando perché non trovano fondamento scientifico, mentre potrebbero rivelarsi molto pericolose in questo periodo di emergenza sanitaria.

«Noi possiamo fare un tampone nel cavo orale e trovare qualunque microrganismo, ma questo – ed è un dato incontrovertibile – non significa che c’è la malattia sostenuta dall’infezione».

«In questi giorni c’è un uso indiscriminato di farmaci per combattere l’infiammazione, quel senso di malessere, di acciacco, di sindrome influenzale, di raffreddore, che praticamente sono i sintomi della sindrome da coronavirus».

«Quelli che costano meno sono i salicilati, e quindi il Vivin C, l’aspirina e tutti i consimili».

Il problema degli asintomatici o dei paucisintomatici (con pochi o lievi sintomi), sta nel fatto che possono contagiare un maggior numero di persone, visto che non è possibile eseguire tamponi su tutta la popolazione.

Inoltre, Covid-19 può portare a complicazioni sulle fasce della popolazione sopra i sessant’anni, e sui soggetti con un sistema immunitario indebolito, a seguito di patologie pregresse. Ma secondo Rainò il problema sarebbe un altro: l’uso dei farmaci salicilati e altri simili.

Una malattia dovuta alla paura di ammalarsi?

A un certo punto del filmato Rainò fa vedere il titolo di una pagina di MyPersonalTrainer dedicata all’acido acetilsalicilico, sul motore di ricerca Google:

«L’acido acetilsalicilico può essere causa di sanguinamento, febbre, iperventilazione, edema polmonare, insufficienza respiratoria, asfissia, aritmia … Siamo nel quadro elettivo della sindrome da insufficienza respiratoria, che si dice stia emergendo in questi tempi, perché collegata al coronavirus».

«Il coronavirus non è assolutamente legato a una condizione di malattia, tant’è vero che molti soggetti in cui l’hanno trovato godono di ottima salute … i soggetti più ansiosi che intendono prevenire un’eventuale evoluzione nelle ore successive di un quadro più funesto, si riempiono di salicilati, e finiscono in rianimazione con insufficienza respiratoria».

Insomma, stando alle affermazioni di Rainò, sembrerebbe che l’epidemia di Covid-19, che sta portando in crisi i reparti di terapia intensiva negli ospedali, non sarebbe dovuta al virus in sé, ma agli effetti collaterali dei salicilati.

Se Rainò invece di limitarsi a leggere l’anteprima su Google fosse entrato nella pagina, avrebbe notato che tutti quei sintomi si riferiscono al paragrafo dedicato agli «effetti indesiderati». Avevamo già trattato di come i bugiardini dei farmaci, possono essere elenchi di effetti collaterali – non tutti necessariamente comprovati – allo scopo di garantire anche la casa farmaceutica da eventuali cause legali.

Ma gli effetti collaterali riportati nel sito riguardano «pazienti particolarmente predisposti o sottoposti a terapie lunghe e ad alti dosaggi». Parliamo di casi eccezionali.

Sappiamo invece dagli studi epidemiologici, che il nuovo coronavirus è collegato eccome a Covid-19. Diffondere ipotesi infondate sui social, confidando che indossare un camice ed esponendo attestati accresca la propria immagine di “esperto”, non ci sembra il modo migliore per contribuire – responsabilmente – ad arginare l’epidemia.

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