È morto Alberto Arbasino: esponente di punta della Neoavaguardia, raccontò l’Italia con disincanto

Aveva compiuto 90 anni il 22 gennaio. Scrittore prolifico e di grande talento, raccontò con autorevolezza e umorismo l’Italia degli anni ’60

È stato uno dei più grandi autori del Novecento, erede letterario di Carlo Emilio Gadda, spiritoso, leggero, irriverente, profondo. Nato a Voghera nel 1930 – la frase “casalinga di Voghera” è stata attribuita a lui – aveva compiuto 90 anni il 22 gennaio. A dare l’annuncio della sua morte è stata la famiglia dicendo che si è spento ieri dopo una lunga malattia. Arbasino fu esponente di punta della Neoavanguardia e in particolare del Gruppo 63, movimento letterario nato a Palermo negli anni ’60 in opposizione ai modelli letterari della decade precedente. Ottenne visibilità con il suo primo libro, Le piccole vacanze, edito da Einaudi nel 1957, una raccolta di racconti ambientata ai tempi della guerra.


Tra i suoi capolavori scritti negli anni ’60 ci sono anche Fratelli d’Italia, viaggio rocambolesco nell’Italia del boom economico raccontato tramite le avventure di due giovani omosessuali, e Super Eliogabalo, romanzo ispirato alla storia dell’imperatore romano del terzo secolo, che racconta un weekend orgiastico a Ostia di un altro giovane imperatore, scappato da Roma per fuggire a problemi e responsabilità. Scrittore, ma anche poeta, saggista, critico letterario e giornalista, verrà ricordato anche per le sue interviste a figure di spicco della cultura, come all’autore Jorge Luis Borges. Fu anche deputato per il Partito Repubblicano Italiano, tra il 1983 e il 1987.


Foto di copertina: Twitter

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