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Trump dichiara guerra anche agli uccelli: vuole depenalizzare la loro uccisione da parte delle società petrolifere

02 Aprile 2020 - 06:40 Redazione
Con le elezioni presidenziali sempre più vicine, l’amministrazione Trump sta lavorando per eliminare tutte quelle normative che limitano o ostacolano le grandi imprese

L’amministrazione Trump sta lavorando a una legge che permetterà alle compagnie petrolifere, del gas e di costruzione di uccidere specie protette di uccelli nello svolgimento delle proprie attività, eliminando i procedimenti giudiziari a loro carico. La giustificazione? Le imprese devono essere libere di operare senza la paura di essere perseguite legalmente per aver accidentalmente provocato la morte di volatili. Una proposta che, se verrà approvata, avrà «effetti catastrofici», ha detto l’ex direttore dello United States Fish and Wildlife Service Dan Ashe, in servizio durante la presidenza di Obama.

La nuova regolamentazione andrebbe così a indebolire il Migratory Bird Agreement Act, la normativa del 1918 che tutela gli uccelli migratori proibendone la cattura e l’uccisione e obbligando le aziende a prendere provvedimenti per proteggerli, come l’installazione di luci rosse sulle torri di comunicazione. Nonostante le rassicurazioni degli industriali, che sostengono che continueranno volontariamente a prendere precauzioni per proteggere la fauna ornitologica, il timore più che fondato dei gruppi ambientalisti è che facendo venire meno la minaccia di multe e cause legali, venga seriamente messa a rischio la sopravvivenza di milioni di uccelli – tra cui diverse specie rare.

Le perdite d’olio dagli impianti, le lame delle turbine eoliche e i fili elettrici di protezione degli impianti, infatti, provocano ogni anno la morte di centinaia di migliaia di volatili, un dato particolarmente allarmante se si tiene conto del fatto che solo in Nord America ci sono tre miliardi di uccelli in meno rispetto a 50 anni fa e che negli ultimi anni il fenomeno ha visto un’accelerazione. Secondo uno studio condotto recentemente dall’US Fish and Wildlife Service, ogni anno tra inquinamento e impianti industriali muoiono oltre 500 milioni di uccelli.

Un pellicano coperto di petrolio a Santa Barbara, in California, dopo un incidente che ha causato lo sversamento di oltre 80mila litri di greggio nel 2015 – Foto Getty Images

L’attuale normativa

La normativa attualmente vigente fu approvata nel 1918 a seguito della decimazione di diverse specie di uccelli per via della caccia e del bracconaggio, e include sotto la propria tutela più di mille tipologie di volatili – dagli uccelli acquatici come le anatre e i pellicani, ai picchi, passando per uccelli canori, falchi e gufi. Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, la legge è stata estesa, oltre che alla caccia e al bracconaggio, anche alle compagnie che nello svolgimento delle proprie attività mettono in pericolo, direttamente o indirettamente, la vita dei volatili, ma ora Donald Trump sostiene che la loro morte andrebbe considerata come un incidente non soggetto a procedimento giudiziario.

Eppure l’applicazione della legge era in genere utilizzata solo come ultima spiaggia, stando a quanto affermano i funzionari dello United States Fish and Wildlife Service. Secondo il portavoce Gavin Shire, nell’arco di cinque anni (fino al 31 dicembre 2017) l’agenzia ha condotto 152 indagini sulla morte di volatili, la maggior parte dei quali uccisi dai fili elettrici di protezione degli impianti. «L’obiettivo finale era generare una spontanea conformità alle leggi da parte delle aziende. Per farlo, devi educare le persone», ha affermato Gary Mowad, che ha lavorato per 25 anni all’interno dell’agenzia. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro per tenere sotto controllo la mortalità aviaria. Il Migratory Bird Agreement Act era l’unico strumento di regolamentazione che il governo federale aveva a sua disposizione per tutelare le specie scomparse o sul punto di esserlo».

Falchi uccisi dai fili elettrici di protezione degli impianti – Foto di Brent Stirton/Verbatim per il National Geographic

La proposta dell’amministrazione Trump

Attivisti e funzionari statali si stanno muovendo per vie legali attraverso il tribunale federale contro l’amministrazione Trump, accusata di aver causato danni ingenti alle specie volatili già a partire dal 2017, data che ha segnato un’inversione di rotta rispetto al passato per via della nuova interpretazione delle normative a tutela dei volatili, da quel momento in poi considerate “volontarie”. Danni enormi per la fauna ornitologica erano stati causati, in particolare, dalla distruzione di un’area di nidificazione di 25.000 uccelli costieri in Virginia durante la costruzione di strade e tunnel, resa possibile proprio dalla nuova lettura della legge.

Con le elezioni presidenziali sempre più vicine, l’amministrazione Trump sta lavorando alacremente per eliminare tutte quelle normative che limitano o ostacolano le grandi imprese. La nuova proposta, che arriva come conseguenza di pressioni di lunga data da parte di compagnie petrolifere, elettriche e altre grandi aziende secondo cui l’attuale normativa criminalizza le normali attività quotidiane delle imprese – «Sono gli uccelli stessi a scontrarsi contro le strutture industriali, non il contrario», ha fatto sapere l’American Petroleum Institute (API) -, si inserisce in una strada già tracciata. 

Solo poche settimane fa è entrato in vigore un nuovo regolamento che esclude la protezione dei corsi d’acqua minori del Paese, consentendo ai proprietari terrieri di scaricarvi pesticidi e altri inquinanti senza incorrere in alcuna penalità, ed entro il prossimo mese l’amministrazione ha intenzione di eliminare sia la normativa che fissa i limiti di mercurio che può essere rilasciato dalle centrali elettriche a carbone, sia le leggi che limitano le emissioni delle autovetture. Tutte scelte che, oltre a mettere in pericolo la fauna e l’ambiente, avranno un impatto anche sulla salute dei cittadini americani.

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