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Il caso di Desirè Damiani e la denuncia «negata» per Revenge Porn? Facciamo chiarezza

11 Aprile 2020 - 16:01 David Puente
La Polizia Postale di Palermo si era già attivata per rintracciare Desirè e avviare le procedure di denuncia

Parliamo di un caso di Revenge porn o, come ritiene corretto l’Accademia della Crusca, «pornovendetta». Il 9 aprile 2020 alle ore 21:08 Desirè Damiani pubblica sul suo profilo Facebook una denuncia pubblica per l’uso improprio delle sue foto da parte di un account Instagram contenente materiale pornografico di una ragazza che le somigliava:

PER FAVORE LEGGETE E CONDIVIDETE IL PIÙ POSSIBILE,VI PREGO

Come ci hanno messo poco a girare le voci finte,cerchiamo di far girare ancora più velocemente quelle vere.

Allora,non avrei mai pensato di fare una cosa del genere.
Mi hanno rubato le foto,NELLE FOTO SONO IO e vicino a queste foto sono stati pubblicati dei video porno.
NEI VIDEO PORNO SI VEDE UNA RAGAZZA SIMILE A ME,NON SONO IO.
E da ieri sera che ricevo messaggi dove la gente che NON CONOSCO mi chiede se sono io nei video,NON SONO IO.!
La pagina è già stata chiusa ma ne è stata creata un altra con tanto di canale Telegram.
Sono al corrente che questo profilo che vedete ha fatto un po’ il giro del web.
Le NOTIZIE che stanno circolando sono tutte FALSE e adesso vi elenco quelle VERE.

1)LE FOTO SONO LE MIE
2)NEI VIDEO NON SONO IO
3)NON HO 26 ANNI E QUESTO NON È STATO FATTO NE DAL MIO RAGAZZO NEL DAL MIO EX COME SI DICE IN GIRO.
4)LE PERSONE NEI VIDEO SONO DUE PORNO ATTORI
5)HO GIÀ FATTO LA DENUNCIA E ANDRÒ ANCHE ALLA POLIZIA POSTALE.

Il Post Facebook di Desirè Damiani.

Intervistata da TPI, che pubblica un articolo il 10 aprile alle ore 20:38 dal titolo «Va a denunciare il revenge porn. Le rispondono: “Vada via o si prende una denuncia. Non è importante”», Desirè racconta di essere stata «mandata via» dalla Polizia, ma nella storia riportata dall’articolo mancano alcuni elementi che potrebbero dare un’idea scorretta sull’operato della Polizia Postale di fronte ai casi di Revenge porn:

“Sono andata dai Carabinieri di San Lorenzo a Roma, i quali mi hanno detto di rivolgermi alla Polizia Postale di Roma. Mia mamma mi ha accompagnata alla polizia postale di Viale Trastevere, e lì un poliziotto ci ha trattata in un modo assurdo. Non mi hanno fatto né entrare né parlare perché loro sono senza mascherina. Uno di loro mi ha detto: ‘Ma lei cosa è venuta a fare? Noi qui lavoriamo essendo a rischio, qui la gente è deficiente, poi voi siete uscite in due, non va bene, vi faccio anche una denuncia visto che siete uscite di casa. La vostra non è una questione di vita o di morte”.

L’articolo racconta la disperazione della ragazza che si è sentita abbandonata dalle istituzioni. L’undici aprile 2020 alle ore 12:56 viene riportato un aggiornamento in cui si sostiene che «La ragazza in serata è stata ricontattata dalla polizia di viale Trastevere, che si è scusata e ha preso in carico la sua denuncia». C’è qualcosa che non quadra perché Desirè aveva già annunciato pubblicamente di aver fatto denuncia attraverso il suo post Facebook del giorno prima al punto 5: «Ho fatto denuncia e andrò anche alla Polizia Postale». Infatti, da quanto si apprende, la denuncia era stata già presa in carico dai Carabinieri di Roma San Lorenzo il 9 aprile 2020, come riportato dalla stessa alla Polizia Postale il 10 aprile 2020 e non su TPI.

La denuncia del 9 aprile 2020 presso i Carabinieri di Roma San Lorenzo.

Secondo il racconto, l’account Instagram riportava il nome di una tale Luisa Perrotta nata a Palermo. Gli agenti della Polizia Postale di Palermo, a seguito di segnalazioni dovute alla diffusione delle foto e dei video attribuiti a una giovane della cittadina siciliana, si erano resi conto dell’utilizzo improprio delle immagini di Desirè Damiani avviando le pratiche per contattare la ragazza al fine di procedere con regolare denuncia.

La comunicazione della Polizia Postale di Palermo di venerdì 10 aprile 2020 alle ore 16:33 con oggetto «Segnalazione profilo Instagram “lupperry94” – individuazione persona offesa»

Dal documento della Polizia Postale di Palermo si apprende che era pervenuta una segnalazione in merito al profilo Instagram e che gli agenti erano giunti al post Facebook di Desirè di giovedì 9 aprile 2020 dove denunciava pubblicamente l’accaduto. Tuttavia, la stessa Polizia Postale di Palermo riporta che a seguito di «accertamenti effettuati al portale SDI non hanno permesso di accertare la presenza di alcuna denunzia sporta dalla stessa».

La seconda parte del documento inviato a Roma dalla Polizia Postale di Palermo, giunta nella sede di viale Trastevere alle ore 17:50 del 10 aprile 2020.

Tale comunicazione aveva portato la Polizia Postale di Roma a contattare Desirè Damiani invitandola a presentarsi presso gli uffici del Compartimento, incontro avvenuto il 10 aprile 2020 alle ore 20:00, dove ha dichiarato di aver già presentato denuncia il giorno prima presso i Carabinieri di Roma San Lorenzo. Essendoci una denuncia già in corso, presentata dalla stessa il giorno prima del fatto raccontato a TPI, la Polizia Postale ha proceduto con un’integrazione di querela.

L’integrazione alla denuncia presso la Polizia Postale di Roma del 10 aprile 2020 alle ore 20:00. Nel documento Desirè chiarisce che aveva sporto formale atto di querela il giorno prima presso i Carabinieri di Roma San Lorenzo.

Nell’integrazione venivano riportate alcune ulteriori informazioni, come l’essere stata contattata da alcuni conoscenti che si erano resi conto del profilo falso in un periodo successivo alla denuncia presentata presso i Carabinieri. Questo aveva inteso una mancata rimozione dei contenuti a seguito della querela, il che aveva probabilmente portato Desirè Damiani a rivolgersi alla Polizia Postale che nella mattinata di oggi sabato 11 aprile, avrebbe inviato richiesta di rimozione dei contenuti Instagram.

Ricostruendo i fatti, documenti alla mano, il caso di Desirè Damiani era già stato preso in carico dai Carabinieri attraverso la sua formale denuncia e dal Compartimento di Palermo in autonomia e in assenza di denuncia presso la Polizia Postale stessa, a prova dell’attenzione posta nei confronti di casi delicati come quello del Revenge Porn.

L’articolo di TPI, non riportando che la denuncia era già stata presentata presso i Carabinieri il giorno prima, elemento che la redazione del giornale poteva essere all’oscuro così come non era a conoscenza dell’incontro iniziato 38 minuti prima della pubblicazione dell’articolo del 10 aprile sera, potrebbe ancora oggi far intendere al lettore che Desirè Damiani sia stata in qualche modo rimbalzata da un posto all’altro senza avere la possibilità di presentare querela.

L’articolo fa certamente riferimento a un episodio contestato dalla ragazza, quello riguardante un agente che l’avrebbe trattata male presso la sede di Roma dove si era diretta per richiedere la rimozione immediata dei contenuti online. È probabile che l’uomo, venuto forse a conoscenza dalla stessa ragazza che aveva già presentato denuncia presso i Carabinieri e ritenendo il fatto che non poteva fare una seconda querela, l’avrebbe invitata a tornare a casa in malo modo. In merito a questo racconto si apprende che la Polizia di Stato avvierà un procedimento disciplinare dove verrà verificato quanto riportato a mezzo stampa.

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