In un editoriale, l'ex commissario Ue sostiene che l'Olanda avrebbe solo da perderci nell'introduzione degli Eurobond per fronteggiare l'emergenza Coronavirus
Le resistenze all’introduzione degli Eurobond in Olanda per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono ancora forti e decise, come i toni usati in un editoriale pubblicato sul quotidiano De Volkskrant dall’ex commissario Ue Frits Bolkestein, già famoso per la discussa direttiva che porta il suo nome sulla libera circolazione dei servizi commerciali, che da sempre vede soprattutto gli ambulanti italiani sul piede di guerra. Il titolo dell’articolo ben chiarisce la posizione dell’olandese Bolkestein, secondo il quale gli Eurobond «stanno inchiodando la nostra bara». Uno strumento che definisce «disastroso», del quale i Paesi Bassi «non dovrebbero mai innamorarsene», nonostante le pressioni di Italia e Spagna.
Bolkestein spiega quanto l’economia olandese avrebbe solo da perdere nell’uso degli Eurobond, visto che sarebbero finanziati con un tasso di interesse medio europeo: «Poiché l’economia olandese è affidabile – scrive l’ex commissario – il nostro Paese paga un tasso di interesse (relativamente) basso. Un asso di interesse europeo medio sarebbe più elevato. Ciò significa – aggiunge – che i Paesi Bassi dovrebbero pagare ogni anno diversi miliardi di euro in più di interessi».
Le richieste degli «Stati membri deboli», come li definisce Bolkestein, puntano a «mutualizzare il loro debito pubblico» e così «scompare l’incentivo per migliorare la loro politica fiscale». E invece «le responsabilità devono rimanere al loro posto», ribadisce l’ex commissario, perché la vera solidarietà sta nel «risolvere i problemi dove si presentano». E naturalmente per Bolkestein il problema dell’emergenza Coronavirus riguarda solo Italia e Spagna, non la virtuosa economia olandese.
I più piccoli hanno 9 anni, il più grande 19. In tutto sono 25, sono giovanissimi, e sono stati scelti dal Capo dello Stato Sergio Mattarella come Alfieri della Repubblica. Premiati perché si sono distinti con azioni coraggiose e solidali, mettendosi a servizio della comunità. C’è chi ha donato i propri capelli per i malati oncologici, chi si è impegnato in prima persona per la ricostruzione della propria città, sconvolta dal terremoto o da un’alluvione come nel caso di Venezia. Ma c’è anche chi si è impegnato nella lotta contro le discriminazioni e il bullismo e chi, invece, si dedica tutti i giorni al volontariato per aiutare i meno fortunati. Ecco le loro storie:
17 anni, residente a Roma, premiata «per la capacità dimostrata nel trasformare dolorose esperienze personali in un percorso di crescita individuale, di solidarietà e di piena integrazione», si legge sul sito del Quirinale. Yuliya è nata in Bielorussia ed è arrivata in Italia nel 2010 per ragioni sanitarie. Difficoltà familiari, anche economiche, unite all’emergenza ambientale, dopo l’incidente di Chernobyl, hanno spinto la giovane verso un programma di permanenza in Italia. Nel nostro Paese si è dedicata al volontariato per aiutare altre persone in difficoltà: come regalo per il suo 16esimo compleanno ha chiesto di diventare volontaria della Croce Rossa. Mentre nel 2018 ha partecipato al campo scuola “Anch’io sono la protezione civile”.
Alice Andreanelli
18 anni, residente a Venezia, premiata «per la sua opera di volontaria – insieme a tanti altri giovani – nelle operazioni di soccorso a Venezia durante l’emergenza provocata dall’alta marea dello scorso novembre». Alice frequenta il liceo scientifico di Venezia, ma è nata a Como. Ha la passione per lo sport, in particolare per il rugby. Quando è scoppiata l’emergenza acqua alta a Venezia, si è subito mobilitata con l’associazione Venice Calls per aiutare la sua città.
Pietro Bartoloni
14 anni, residente a Roma, premiato «per la costanza con cui ha seguito la nonna malata, trasferendo su di lei le conoscenze acquisite a scuola e divenendo di fatto suo “insegnante”. Così l’affetto del nipote è diventato anche cura proficua per la nonna». Pietro da anni sta vicino a nonna Marisa, affetta da una malattia degenerativa. Quando era alle elementari, le ha insegnato a usare l’Ipad, così sono riusciti a scrivere insieme e a leggere favole e libri. Grazie a questi continui solleciti, la nonna è riuscita a mantenere negli anni una vivacità intellettuale che ha permesso di frenare in parte la sua malattia, progressi notati anche dal medico curante.
Mavì Borrelli
9 anni, residente a Crevalcore (BO) – Premiata «per la solidarietà mostrata ai ragazzi e alle persone con malattia oncologica, rinunciando ai suoi lunghi capelli per confezionare parrucche e donarle a chi è reso calvo dalle terapie». Ispirata dalla serie tv “Braccialetti rossi”, Mavì donò 70 centimetri dei sui capelli alla Banca dei capelli per trasformali in parrucche destinate a pazienti oncologiche.
Lorenzo Caprotti
15 anni, residente a Vimercate (MB), premiato «per il coraggio mostrato nell’affrontare il difficile percorso di cura e per l’impegno nell’organizzazione di Winner Cup, speciale campionato di calcio tra ragazzi europei malati oncologici». Lui stesso malato oncologico, ha mostrato un’incredibile forza nell’affrontare la malattia, diventando un punto di riferimento per gli altri pazienti. Inoltre il giovane è stato tra i promotori del Winners Cup, il campionato di calcio delle oncologie pediatriche europee (organizzato a Milano).
Virginia Barchiesi
17 anni, residente ad Ancona, premiata «per l’impegno profuso in difesa dei diritti dei bambini migranti e dei giovani rifugiati. Per la ricerca e la promozione di un linguaggio che cancelli i pregiudizi e aiuti l’inclusione». Virginia ha fondato il gruppo “Younicef – Young for Unicef” della regione Marche. In questi anni si è impegnata sul tema dei minori stranieri non accompagnati, su cui è riuscita a coinvolgere migliaia di suoi coetanei, organizzando assemblee ed eventi. E ha collaborato nella realizzazione di laboratori per i bimbi migranti.
Diego Costi
15 anni, residente a Genova, premiato «per aver inventato un gelato che, grazie ai suoi ingredienti e alle sue caratteristiche, può essere mangiato da chi è affetto dal morbo di Crohn». Durante uno stage in una gelateria, ha ideato e realizzato un gelato per chi soffre del morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino.
Loris Esposito
14 anni, residente a Leno (BS), premiato «per aver realizzato una cintura che aiuta le persone non vedenti a orientarsi nel movimento grazie a un sistema di sensori a ultrasuoni». Per aiutare un’amica non vedente, in seconda media decide di creare un libro tattile per la ragazza. Poi però Loris vuole fare di più e inizia a lavorare a un progetto per realizzare una cintura, che grazie a un sistema di sensori e ultrasuoni, possa aiutare le persone non vedenti a muoversi con maggiore facilità. Il suo progetto ha vinto il premio “Coolest project” (promosso dalla CoderDojo Foundation).
David Fabbri
16 anni, residente a Scarperia (FI), premiato «per l’impegno contro il bullismo, per essere riuscito a trasformare la violenza subita in uno sforzo creativo, di denuncia e sensibilizzazione. Il suo cortometraggio sulla violenza nel mondo giovanile ha vinto un concorso scolastico e ora è diventato anche un libro». Vittima di bullismo per cinque anni, David ha deciso di realizzare un cortometraggio per sensibilizzare i suoi coetanei sul tema. Il suo filmato L’idea: No al bullismo ha vinto il concorso promosso dalla sua scuola e ne è nato anche un libro.
Sofia Ferrarese
16 anni, residente a Veneo Brugine (PD), premiata «per aver promosso la conoscenza della montagna e il rispetto della natura, per la passione e l’impegno con cui lavora al ripristino dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018». Sofia è una scout dell’Agesci, si è distinta per il suo impegno nell’attività di ricostruzione e ripristino dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia.
Mirco Frattura
15 anni, residente a L’Aquila,premiato «per la passione educativa e la capacità di mettersi in gioco, organizzando sport e laboratori per i più piccoli e divenendo un modello positivo per i coetanei». Da sempre impegnato nel volontariato, Mirco si è distinto per le sue capacità educative. Il giovane organizza laboratori per i bambini ed è diventato un modello positivo per i più piccoli. Per questo è stato selezionato come unico italiano a rappresentare l’Italia nel progetto promosso dal gruppo francese Secours Populaire e dall’Arci italiana.
Sebastiano Maria Indorato
16 anni, residente a Sommatino (CL), premiato «per la dedizione con la quale si impegna ad affrontare le invalidanti difficoltà familiari di salute, e in particolare la cura del fratello, per il quale ha saputo, tra l’altro, ideare preziose modifiche al dispositivo medico che rende possibile il suo trasporto». Sebastiano Maria sin da piccolo ha dovuto convivere con malattie rare e gravi che hanno colpito due membri della sua famiglia. Situazione a cui il giovane ha saputo sempre reagire con grande forza e spirito di sacrificio.
Maria Gabriella Lucarini
11 anni, residente a Camerino (MC), premiata «per l’attaccamento dimostrato a Camerino, città nella quale è cresciuta e di cui è diventata, dopo il terremoto, testimone della volontà di ricostruzione». Maria Gabriella, dopo il terremoto del 2016, ha convinto la sua famiglia a non trasferirsi da Camerino e a impegnarsi per ricostruire la città. Ha composto una poesia diventata simbolo della ricostruzione e ha avuto seguito anche all’estero. «Cara città di Camerino oggi ti guardavo dalla finestra della mia scuola e ricordavo i bei momenti passati insieme, sono stati i nove anni più belli della mia vita, ti ringrazio per le belle risate che abbiamo fatto insieme, ti ringrazio per avermi fatto camminare sulle tue strade e continuerò a camminarci fino alla fine dei miei giorni”. “Per me sei importantissima e non lascerò che il terremoto ti distrugga un’altra volta. Ti prometto che se non ci sarai più, io ti ricostruirò con le mie mani e ci saranno anche le mani dei miei amici che non ti lasceranno sola. Starai sempre nel mio cuore».
Tommaso Miglietta
11 anni, residente a Lizzanello (LE), premiato «per le sue qualità di tamburellista e percussionista, coltivate sin dalla più tenera età, che lo hanno portato a essere un interprete apprezzato di musica popolare». Tommaso inizia a suonare il tamburello da autodidatta a quattro anni e a sei anni si appassiona anche alla batteria. Nel 2018 ha vinto il premio nazionale Fa.Re.Mi come miglior batterista under 18.
Carlo Mischiatti
16 anni, residente a Grugliasco (TO),premiato «per la sua forza di volontà e il suo senso di solidarietà, che lo hanno portato a superare le difficoltà personali, a diventare uno sportivo e quindi a dedicarsi come istruttore alla crescita di altri ragazzi». Carlo soffre di disturbi dello spettro autistico, ma questo non gli ha impedito di diventare uno sportivo. Il 16enne lavora come volontario alle manifestazioni sportive e segue i suoi compagni negli allenamenti.
Manuela Moscarelli
16 anni, residente a Potenza, premiata «per la capacità di reazione dimostrata di fronte alle difficoltà e per essere diventata nel suo ambiente sociale un motore di iniziativa e di solidarietà». Manuela vive in un quartiere popolare nella periferia di Potenza con la madre e due fratelli. La sua famiglia ha dovuto affrontare per anni problemi economici: il lavoro della madre è stato a lungo precario. Ma Manuela ha sempre aiutato la madre, diventando un punto di riferimento per i fratelli. Con ottimi profitti a scuola, si dedica anche al volontariato per aiutare gli altri.
Francesca Nardangeli
18 anni, residente a Castelli (TE), premiata «per il generoso impegno in favore della sua comunità, per il contributo alla resilienza dopo gli eventi sismici del 2016 e 2017 e alla costruzione di reti di solidarietà in favore delle persone più fragili». Francesca, dopo il terremoto del 2016 che ha colpito il suo borgo in provincia di Teramo, ha prestato subito soccorso alla popolazione in difficoltà, pur non avendo lei stessa una casa. È rimasta nel suo paese, Castelli, nonostante le difficoltà e si è impegnata per far ripartire il turismo: i visitatori che arrivano a Castelli spesso trovano proprio lei come guida.
Great Nnachi
15 anni, residente a Torino, premiato «per le sue qualità di atleta, affinate pur tra difficoltà, e per la disponibilità che mostra nell’aiutare i compagni e nel collaborare alla formazione e all’allenamento dei più piccoli». Great è nato a Torino da genitori di origine nigeriana. Perde il papà a soli cinque anni, e da allora si impegna per diventare un punto di riferimento per il fratello più piccolo. Si appassiona allo sport, in particolare al salto all’asta: «Per avvicinarsi al papà che è in cielo». Ha vinto due campionati italiani giovani, raggiungendo un risultato record, che però non gli è stato ancora riconosciuto perché non ha la cittadinanza italiana.
Maria Lucrezia Rallo
17 anni, residente a Marineo (PA), premiata «per il talento mostrato nella scrittura e nella poesia, talento che è riuscita ad unire a un impegno di cittadinanza attiva e ad azioni concrete di volontariato e di solidarietà». Maria Lucrezia ha vinto concorsi letterari con i suoi testi in prosa e poesie. A 16 anni ha scritto e pubblicato la sua prima silloge di poesie La lacrima dell’anima.
Nicola Salis
18 anni, residente a Macomer (NU), premiato «per l’impegno con il quale ha promosso e organizzato allenamenti e gare di football integrato, attività nella quale possono giocare insieme, conoscersi e confrontarsi giovani con livelli di abilità diverse». Si è impegnato nella promozione del football integrato, in cui alunni diversamente abili e non giocano insieme. Partite che nel tempo sono diventate occasione di crescita e hanno contribuito a insegnare ai suoi coetanei il rispetto per le diversità.
Elena Salvatore
9 anni, residente a Nola (NA) – premiata «per aver richiamato con forza ed efficacia, attraverso un video, la sua città e la società intera al rispetto di chi ogni giorno è chiamato a superare gli ostacoli posti da barriere architettoniche, e non di rado dall’incuria di concittadini maleducati». La piccola ha lanciato un video appello su Facebook, poi diventato virale, per chiedere ai suoi concittadini di «usare il cervello e di rispettare chi è disabile», come lei. «Dovete avere più civiltà, educazione, più rispetto, ci mancate di rispetto ogni giorno. Siete così concentrati su di voi che non pensate a noi, pensate che noi non esistiamo ma noi esistiamo e lotterò ogni giorno per dire no ai marciapiedi pieni di ogni cosa», chiedeva Elena nel filmato. E denunciava marciapiedi «pieni di tutto e di più» e la mancanza di scivoli per la carrozzina.
Matteo Scalinci
14 anni, residente San Pancrazio Salentino (BR), premiato «per l’impegno di volontario, pronto ad ascoltare e aiutare le persone più fragili. Per la passione e la competenza con cui diffonde presso i coetanei la cultura di protezione civile». Matteo si è distinto nelle sue attività di volontariato, partecipando in particolare a campi scuola promossi dalla Protezione civile ed è persino riuscito a creare un gruppo di volontari di Protezione civile junior.
Cosmas Joel Wallbrecher
19 anni, residente a Roma, premiato «per il percorso della memoria che ha promosso insieme alla sua famiglia, coinvolgendo altri giovani. Per l’impegno attivo a prevenire e contrastare forme di odio, di razzismo, di antisemitismo che possono riprodursi nella società». Pronipote di un gerarca nazista, dopo anni di silenzio ha deciso di far conoscere la verità su suo nonno per promuovere la memoria nei giovani. Cosmas ha anche portato avanti un’opera di sensibilizzazione contro alcune iniziative neofasciste di discriminazione razziale, in cui erano coinvolti alcuni suoi coetanei.
Maria Zagaria
15 anni, residente a Casal di Principe (CE), premiata «per l’impegno e la tenacia con i quali ha sostenuto il suo progetto di realizzare una biblioteca a Casal di Principe: obiettivo raggiunto grazie a una mobilitazione che ha coinvolto la città e il mondo della cultura». Maria è riuscita, grazie a un appello al sindaco, a far aprire una biblioteca a Casal di Principe, in provincia di Caserta, paese tristemente noto come “terra del clan dei Casalesi”. La sua iniziativa, partita nel 2016 con una lettera al primo cittadino, ha avuto un’eco nazionale: da tutta Italia sono arrivati libri per riempire gli scaffali della nuova biblioteca e diversi scrittori sono andati a Casal di Principe per visitarla. Nell’aprile 2019 è arrivata a Casal di Principe anche la Fondazione Bellonci con i 12 finalisti del Premio Strega.
Pietro Zuccotti
18 anni, residente a Peschiera del Garda (VR), premiato «per il talento e la dedizione offerta alla sua comunità al fine di promuovere il territorio, di rispettare l’ambiente, di far crescere il senso civico tra i giovani». Pietro, appassionato di disegno, ha realizzato una serie di tavole a fumetti per invitare i turisti a rispettare la natura. Grazie a un progetto dell’Ue, insieme alla Regione Lombardia, ha disegnato la mascotte simbolo di una campagna di conservazione ambientale. Ha anche ideato un libro per sensibilizzare i più piccoli al rispetto del codice della strada.