In Evidenza ENISiriaUSA
ESTERIAfricaColpo di statoFayez al-SarrajKhalifa HaftarLibiaTurchia

Libia, dopo il golpe Haftar è ora un uomo solo al comando. L’offensiva del generale è vicina alla fine?

Nonostante il cessate il fuoco, non si fermano gli attacchi di Sarraj e delle milizie mandate da Ankara. Il generale della Cirenaica sembra ormai vicino a una sconfitta

É passato più di un anno da quando il generale Khalifa Haftar ha lanciato in Libia la sua offensiva per catturare la capitale Tripoli. Ora il comandante della Cirenaica rischia di perdere anche l’Est del Paese. Lunedì, in una mossa a sorpresa, accerchiato ormai dalle forze del rivale Fayez al Sarraj, il leader dell’esercito nazionale libico si è auto proclamato capo del Paese. In un annuncio tv, il generale della Cirenaica ha parlato di un fantomatico «mandato popolare» a governare tutta la Libia.

Un annuncio che ha abolito il de facto accordo di Skhirat firmato nel 2015 sotto l’egida dell’Onu e che costituiva la base del Governo di unità nazionale di Sarraj e l’autorità concessa ad Haftar sul parlamento di Tobruk. Una mossa disperata frutto degli ultimi mesi di guerra. Haftar appare sempre più isolato. Tanto che anche i suoi storici alleati sul campo, come gli Emirati Arabi e l’Egitto hanno storto il naso di fronte al “golpe” del generale della Cirenaica.

Il Cairo ha ribadito la necessità di trovare una soluzione politica, mentre da Mosca, che conta circa 1500 mercenari al fianco di Haftar, è arrivato un netto disappunto alla mossa unilaterale dell’uomo forte dell’Est: «Non approviamo» la dichiarazione di Haftar, ha fatto sapere il ministro degli Esteri russo. Anche gli USA si sono detti rammaricato per le dichiarazioni e la scelta di Haftar, così come il ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio che ha ribadito come il dialogo politico sia l’unica via.

L’intervento turco

Ma, in particolare, a complicare la posizione di Haftar è stato nelle ultime settimane, nonostante i ripetuti appelli alla tregua umanitaria da parte della comunità internazionale per il mese di Ramadan, l’intensificarsi degli scontri con le forze di Sarraj. Nella sola giornata del primo maggio l’aviazione del governo di accordo nazionale libico di Tripoli ha condotto 5 raid aerei sulla base aerea di Al Wattiya, nell’ovest del Paese, utilizzata dalle forze del generale Haftar.

Un capovolgimento sul campo dovuto soprattutto all’ntervento militare turco. Da gennaio Ankara ha fatto confluire in Libia migliaia di mercenari, in particolare siriani, per combattere tra le fila dell’esercito di Sarraj in risposta all’offensiva di Haftar. Il 14 aprile, le forze del Govero di unità nazionale, con una solida copertura aerea, hanno riconquistato diverse città costiere sulla costa occidentale – tra cui Sabratha e Surman – capovolgendo radicalmente la situazione sul terreno. Le forze di Sarraj hanno ora il controllo dell’intera costa che si estende dalla Tunisia alla città di Abu Grein, circa 500 km (220 miglia) a est.

Dal lancio dell’offensiva per far indietreggiare Haftar si è verificato un significativo aumento degli attacchi aerei di Tripoli su tutti i fronti, con il supporto di droni turchi pronti a colpire le linee di rifornimento critiche di Haftar per le sue forze di terra. Il generale si è cosi visto costretto ad accettare un cessate il fuoco nel tentativo forze di riorganizzarsi, ma Sarraj e le milizie inviate da Ankara stanno continuano a respingere l’offensiva di Haftar, sempre più alle strette. Un indietreggiamento che al generale della Cirenaica potrebbe essere questa volta fatale.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti