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Coronavirus, un legame con la malattia di Kawasaki che colpisce i bambini? Lo studio dei pediatri di Bergamo

14 Maggio 2020 - 06:37 Valerio Berra
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista medica Lancet da un gruppo di pediatri che lavorano all'ospedale Papa Giovanni XXIII

Dieci casi di malattia di Kawasaki in 61 giorni, dal 18 febbraio al 20 aprile. Pochi, si direbbe. Se non fosse che il numero totale delle diagnosi nella stessa area è stato 19, ma in 5 anni. È quanto emerge dal report scritto dai pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e pubblicato sulla rivista medica Lancet. Un tema di cui Open si era occupato già nelle scorse settimane intervistando proprio un pediatra di Bergamo.

Negli ultimi cinque anni la media dei casi registrati è stata dunque di quattro all’anno. Il numero, per il 2020, ha già superato il doppio dei casi che di solito venivano registrati nell’area di competenza del Papa Giovanni XXIII. 8 dei 10 bambini a cui è stata diagnostica la malattia di Kawasaki poi sono risultati positivi al Coronavirus. E gli autori dello studio ipotizzano anche che gli altri due casi analizzati siano dei falsi negativi: il test per la diagnosi del Covid-19 non avrebbe quindi funzionato su di loro.

Qual è il ruolo del Covid-19 in questa patologia?

Esiste quindi un legame fra Coronavirus e Malattia di Kawasaki? I medici del Giovanni XXIII ipotizzano un’associazione, anche se non parlano esattamente di Malattia di Kawasaki ma di una patologia «simile» alla sindrome in questione. I sintomi analizzati nel periodo indicato dallo studio sarebbero più gravi rispetto a quelli registrati negli scorsi anni. E non solo: ci sarebbero più complicanze a livello cardiaco e l’età dei pazienti sarebbe diversa.

L’autore principale dello studio è Lorenzo D’Antiga, ed è lui ad affermare che questa correlazione comincia a vedersi anche in altre aree del mondo: «Stiamo iniziando a vedere casi di pazienti che arrivano in ospedale con i segni della malattia di Kawasaki anche in altre aree duramente colpite dalla pandemia, come New York e l’Inghilterra Sud-Orientale. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l’infezione da SARS-CoV-2 e questa condizione infiammatoria».

Un’altra autrice, Annalisa Gervasoni, specifica che sono comunque pochi i bambini che dopo aver contratto il Coronavirus mostrano questi sintomi, eppure le ragioni per monitorarli ci sono tutte: «Nella nostra esperienza solo una quota molto ridotta di bambini con SARS-CoV-2 sviluppa i sintomi della malattia di Kawasaki. Comunque è importante capire le conseguenze del virus nei bambini, specie ora che i paesi si avviano all’allentamento delle misure di lockdown».

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