In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICACoronavirusGiuseppe ConteGoverno Conte IIItaliaRiapertureSanità

Fase 2, Conte sul decreto Riaperture: «Consapevoli che i contagi potrebbero tornare a salire, non ci possiamo permettere di non ripartire»

16 Maggio 2020 - 20:33 Olga Bibus
«Non possiamo aspettare il vaccino», ha detto il premier in conferenza stampa. E ha annunciato che dal 15 giugno riapriranno cinema e teatri, mentre dal 25 maggio piscine e palestre

Fase due, atto secondo. Giuseppe Conte è intervenuto in conferenza stampa per illustrare il piano della ripartenza, concordato con le Regioni, dopo un lungo confronto, ieri, in cui non sono mancante tensioni tra governatori ed esecutivo. Poi nella notte l’approvazione. «I dati ci confermano che gli sforzi fatti finora ci hanno dato buoni risultati», ha detto Conte.

«Abbiamo predisposto un piano nazionale di monitoraggio basato sui flussi di dati che ci arriveranno dalle regioni quotidianamente. Questo ci permetterà di intervenire in modo circoscritto in caso di un aumento di contagi». «Siamo consapevoli che la curva potrà tornare a salire. Ma non ci possiamo permettere di aspettare ulteriormente, in attesa del vaccino», ha aggiunto il premier, prima di illustrare i contenuti del nuovo Dpcm.

«Non ci possiamo permettere di fermarci», ha aggiunto il presidente del Consiglio. Per quanto riguarda la Lombardia, secondo il premier, «la regione sta affrontando la sfida più difficile», ma i dati le permettono di riaprire. «Lo Stato vigilerà e interverrà se sarà necessario», ha aggiunto Conte.

Un fase, quella illustrata da Conte, in cui sarà «fondamentale la collaborazione delle Regioni che dovranno assumersi la loro responsabilità». Per quanto riguarda l’app Immuni, il premier non ha dato una data, ma ha assicurato che dovrebbe arrivare «nei prossimi giorni». Il presidente del Consiglio, poi, ha anche parlato del decreto Rilancio, approvato nei giorni scorsi, contente le misure economiche per far rialzare il Paese dalla crisi innescata dall’emergenza Coronavirus.

«Sono consapevole che non potrà essere la soluzione di tutti i mali, però stiamo dando una mano. Con questa manovra gettiamo un ponte per contenere l’impatto della crisi». Infine rispondendo a una domanda sul sostegno economico alle aziende che non hanno sedi in Italia, in merito alla polemica su Fca, Conte ha detto: «Nel caso di Fca stiamo parlando di una società che ha fabbriche in Italia e dà lavoro in Italia». Ma ha assicurato: «Non intendiamo più concedere vantaggi di dumping fiscale ai nostri competitor».

Lunedì 18 maggio l’Italia riparte, in modo più o meno uniforme. Via libera agli spostamenti nella propria regione senza autocertificazione, si potranno incontrare anche gli amici, ma rimane il divieto di assembramenti; riaprono bar, ristoranti, negozi, estetiste e parrucchieri. Chi però tirerà su la serranda dovrà rispettare alcune regole, perché l’obiettivo rimane quello di contenere il contagio da Coronavirus. Il governo infatti interverrà con nuove chiusure qualora il trend positivo dovesse inclinarsi.

Dal 25 riapriranno le palestre, le piscine e i centri sportivi. Dal 15 giugno cinema e teatri. Per andare in un’altra regione bisognerà attendere il 3 giugno. Fino al 2, secondo il testo del decreto, sono vietati infatti gli spostamenti tra regioni e i viaggi all’estero. Nessuna garanzia sulla ripresa del campionato: «Il ministro Spadafora sta lavorando perchè la ripresa avvenga in sicurezza. Serve la garanzia di massima sicurezza che per ora non c’è».

Il testo del decreto Riaperture

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti