Cosa c’è dietro lo scontro che rischia di travolgere l’Associazione magistrati: dalle chat di Palamara su Salvini alle liti fra correnti

La sorte dell’Anm si deciderà nel giro di 24 ore, mentre a far tremare la magistratura italiana ci pensa ancora una volta il contenuto dello smartphone dell’ex pm di Roma

Lo sciame sismico dello scandalo Palamara che aveva già travolto il Consiglio superiore della magistratura (Csm) continua a terremotare le toghe italiane, con l’ultimo scossone registrato ai vertici dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) che ha visto dimettersi il presidente Luca Poniz, della corrente progressista Area, e il segretario Giuliano Caputo, della corrente Unicost.


Decisioni prese alla fine di 10 ore di riunione fiume del “parlamentino” che governa l’Anm, seduta finita all’ultimo piano del Palazzaccio a Roma, dove ha sede la Cassazione, con l’uscita dalla Giunta di tutte le correnti eccetto Autonomia e Indipendenza, guidata da Piercamillo Davigo.


Lo scandalo sulle nomine nelle procure

A scuotere la magistratura sono state ancora una volte le intercettazioni emerse dal cellulare dell’ex presidente dell’Anm Palamara, ex pm di Roma sospeso dalle funzioni e del suo stipendio, indagato per corruzione a Perugia dopo il caso che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura. Lo scandalo riguardava le nomine nelle varie procure d’Italia che sarebbero state influenzate con riunioni in albergo da Palamara in presenza di personaggi all’epoca di peso della politica, tra i quali l’ex ministro Luca Lotti.

Le ultime intercettazioni

Le dimissioni dei vertici dell’Anm sono legate alla pubblicazione da parte del quotidiano La Verità e del Fatto quotidiano di diverse chat e conversazioni intercettate dal trojan installato sul telefono di Palamara. Le ultime e più rumorose intercettazioni sono state quelle tra l’ex pm e il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, estraneo all’inchiesta di Perugia.

Scambi in cui Palamara commentava l’accusa per sequestro di persona contro l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per il caso dei migranti bloccati sulla nave Gregoretti nell’agosto 2019. Auriemma scriveva in chat a proposito della linea sui “porti chiusi” di Salvini: «Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando». E Palamara rispondeva: «Comunque va attaccato». In un’altra chat con altri magistrati, Palamara aveva scritto: «C’è anche quella merda di Salvini, ma mi sono nascosto».

Frasi che hanno poi spinto Salvini a scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e Palamara a scusarsi, nel giorno delle celebrazioni della Strage di Capaci, il 23 maggio: «Da Giovanni Falcone c’è solo da imparare ogni giorno nella vita, ancora più quando si commettono errori. Quanto al sen. Salvini avete ragioni voi quando si sbaglia bisogna ammetterlo ed io l’ho fatto esprimendo il mio più profondo rammarico per le parole dette».

L’Anm rischia di scomparire

Il destino dell’Anm si deciderà nelle prossime 24 ore e l’esito potrebbe anche essere lo scioglimento. Oggi, 23 maggio, i gruppi che rappresentano le correnti si riuniranno per valutare il da farsi. In particolare dovranno capire se esiste ancora una maggioranza che possa reggere la gestione all’interno dell’associazione, impossibile senza un accordo tra le due correnti principali, Unicost e Area.

Entro lunedì 25 maggio alle 19, quando è stato convocato il Comitato direttivo centrale (il “parlamentino), i gruppi dovranno trovare una quadra, o con un patto che permetta la sopravvivenza dell’Anm fino alle elezioni interne di ottobre, oppure con la dissoluzione.

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