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Coronavirus. A giugno l’Italia riapre le frontiere, ma gli italiani dove possono viaggiare?

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Partire in vacanza non sarà facile come in passato: sono pochi i Paesi che allo stato attuale delle cose sono pronti ad accettare turisti italiani. Dalla loro reticenza si intuisce che anche le prenotazioni in Italia saranno di meno rispetto al passato

Turchia, Portogallo, Lettonia, Serbia, Kosovo, Albania e infine la “frugale” Olanda. Sono questi i Paesi europei e mediterranei le cui porte sono, allo stato attuale delle cose e con l’epidemia di Coronavirus ancora in corso, aperte senza restrizioni agli italiani che vorranno andarci in vacanza. Una lista breve che dà la misura della paura del contagio che ancora impera e di come l’Italia sia vista da fuori. Tanto che ieri Luigi Di Maio ha chiesto ai Paesi Ue di non vedere l’Italia come «un lazzaretto». Il ministro degli Esteri partirà in un breve “tour” diplomatico in settimana – dopo la visita del ministro degli Esteri francese Le Drian il 3 giugno, venerdì 5 Di Maio andrà in Germania, sabato in Slovenia e martedì 9 in Grecia – per provare a smontare alcune di queste paure e reticenze, dietro le quali Di Maio vede anche l’ombra della concorrenza sleale («per carità, capisco anche la competizione tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale», scriveva su Facebook). Essenziale far ripartire i viaggi da e per l’Italia, non soltanto per permettere viaggi e vacanze all’estero, ma anche e sopratutto per salvare il nostro turismo.

I Paesi che hanno chiuso le porte

Tra i Paesi dove – allo stato attuale delle cose – i turisti italiani non potranno andare c’è anche la Grecia, ultima meta del ministro Di Maio. Stessa decisione adottata da Austria, Danimarca, Germania, Malta, Finlandia, Polonia, Romania, Ungheria, Svezia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Belgio, Bosnia, Norvegia, Montenegro, Ucraina e infine Russia. L’Austria per esempio ha intenzione di riaprire le proprie frontiere con alcuni Paesi limitrofi, come la Germania, ma non con l’Italia. Stessa storia per la Svizzera: per il momento le frontiere restano chiuse, ma dal 15 giugno dovrebbero riaprire verso la Germania, la Francia e l’Austria. Ma non con l’Italia.

Porte semi-aperte: le nuove restrizioni

La lista è lunga ma non riguarda tutti i Paesi dell’Unione europea, alcuni dei quali riapriranno le frontiere a breve, pur mantenendo alcune restrizioni. Come la Francia, dove dal 15 giugno si potrà entrare muniti di un’autocertificazione di buona salute. Non tutti lo faranno nello stesso momento: in Spagna la quarantena in entrata ci sarà per un altro mese. Il Regno Unito invece ci va più cauto: da giugno è prevista una quarantena obbligatoria di due settimane per chiunque entrerà nel Paese dall’estero, pena un pagamento di una multa da circa 1.100 euro (per il momento non è prevista una di “scadenza”). Seguono l’esempio del Regno Unito anche l’Irlanda, la Bulgaria e la Macedonia del Nord, mentre l’Islanda – dove viene attualmente praticata la quarantena in entrata – dovrebbe passare a un regime meno restrittivo entro il 15 giugno. Chi sognava un viaggio sulle sponde orientali dell’adriatico potrà consolarsi anche con la Croazia, ma attenzione, bisogna esibire la prenotazione di una stanza in hotel alla dogana.

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