Coronavirus, Johnson & Johnson accelera la corsa allo sviluppo di un vaccino

La sperimentazione sull’uomo comincerà a metà luglio

La Johnson & Johnson annuncia di aver accelerato l’inizio della fase di sperimentazione clinica umana di un vaccino contro il SARS-CoV2, assieme alla casa farmaceutica Janssen. Sembra infatti che i dati pre-clinici già raccolti rendano possibile portare avanti la sperimentazione del loro vaccino ricombinante, in tempi ridotti rispetto al previsto.


Un vaccino «ricombinante»

Salvo imprevisti, i lavori dovrebbero cominciare a partire dalla seconda metà di luglio. Sappiamo che non si tratta – come vedremo – dell’unica sperimentazione in corso; ricordiamo anche quella del PittCoVacc, che ha un approccio diverso, in quanto attraverso dei micro-aghi solubili mette in contatto il Sistema immunitario con qualcosa che imita la proteina Spike, usata dal virus per legarsi ai recettori ACE2 delle nostre cellule. Nel caso del vaccino ricombinante della J&J, che si avvale di un brevetto della Janssen, si tratta invece di estrarre la parte di DNA che codifica un antigene del virus (elemento il quale permette ai nostri anticorpi di riconoscerlo), quindi il frammento genetico viene innestato in quello di un tipo di adenovirus, divenendo dei «vettori AdVac», modificati geneticamente anche per non poter infettare altre cellule, che si dedicheranno alla produzione degli antigeni. Il risultato sarà sempre quello di far “credere” al Sistema immunitario di essere stato attaccato, in modo che abbia “memoria” del virus in caso di una infezione reale.


La sperimentazione

Mentre si discute da parte delle autorità competenti la possibilità di portare le sperimentazioni alla fase 3, la J&J assicura di poter fornire un miliardo di dosi in tutto il Mondo nel corso del prossimo anno, col benestare del Governo americano, con cui la società ha siglato degli accordi. Secondo quanto riporta Forbes, l’amministrazione Trump avrebbe stanziato quasi mezzo miliardo di dollari alla J&J e alla Janssen per la loro ricerca. Il successo dell’impresa però non è scontato: occorre ancora dimostrare che il vaccino sia sicuro ed efficace. La sperimentazione verrà condotta in maniera randomizzata e in doppio cieco. Questo significa che i ricercatori somministreranno a un gruppo di controllo un placebo, ovvero un finto vaccino, ma né i volontari né i ricercatori sapranno durante l’esperimento, se stanno somministrando il vaccino oppure no. Tutto questo serve a escludere altri fattori – compresa la suggestione di ricercatori e volontari – che potrebbero falsare i risultati, sia per quanto riguarda l’efficacia, sia per eventuali eventi avversi.

La corsa al vaccino

Questa impresa coinvolgerà mille volontari sani tra i 18 e 55 anni e di età pari o superiore ai 65, tra gli Stati Uniti e il Belgio. Intanto come accennato, restano in ballo altre sperimentazioni, come quella della società biotecnologica Moderna, che lo stesso prevede di cominciare la fase avanzata a luglio. Questa sorta di “corsa agli armamenti” coinvolge diverse altre case farmaceutiche, quali AstraZeneca, Sanofi, Pfizer e GlaxoSmithKline, per un totale di almeno dieci potenziali vaccini. Tutto questo però non ci porterà alla fine del tunnel prima di 12 o 18 mesi.

Foto di copertina: Johnson & Johnson | Office in North America.

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