L’inno alle Ss nella poesia dell’assessore leghista, Samonà si scusa: «Avevo vent’anni in meno»

L’assessore ai Beni Culturali e all’Identità della Regione Siciliana prova a gettare acqua sul fuoco dopo le polemiche di ieri

«Se la comunità ebraica è irritata, chiedo scusa, ci mancherebbe. Per me il nazismo è stato un orrore della storia, come il comunismo. Quella mia poesia? Avevo vent’anni in meno, non sono quello di allora», così l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità della Regione Siciliana della Lega, Alberto Samonà, ha provato con i cronisti a spegnere le polemiche che infuriano da ieri, relative al versetto di una sua poesia giovanile, segnalata da Il Fatto Quotidiano, che farebbe riferimento alle Ss.


Era bastata la sua semplice nomina ad assessore, nel maggio scorso, a sollevare le proteste di chi considera la Lega un partito contro il Meridione. Poi c’era stata la sua passata iscrizione alla massoneria a far discutere, oltre che una serie di pregressi post su Facebook dove si spaziava dalle critiche a Mattarella all’omaggio all’estremista di destra Stefano Delle Chiaie.


Ma ieri è arrivato il carico da 90, quando il Fatto Quotidiano, in un articolo, ha ripreso alcune righe di una poesia che, secondo il giornale, inneggerebbe ai valori nazisti. Si tratta di un componimento realizzato da Samonà quando aveva 30 anni, pubblicato a pagina 33 del libro ‘Le colonne dell’eterno presente’, stampato nel 2001.

Immediata, nella giornata di ieri, la replica del diretto interessato, che in un lungo post su Facebook ha definito il nazismo un «orrore» e ha sostenuto come sia «fin troppo facile creare “scoop” quando non vi è alcuno “scoop”».

SCOOP E AMNESIELeggo un articolo su “Il fatto quotidiano” di oggi che mi dipinge come una sorta di pericoloso…

Gepostet von Alberto Samonà am Donnerstag, 11. Juni 2020

Mentre da più parti si chiedono le sue dimissioni, oggi l’assessore ha chiesto scusa alla comunità ebraica, sottolineando come sia passato tanto tempo dall’episodio. Intanto il leader della Lega Matteo Salvini ha provato a spazzare il campo dalle polemiche affermando di preferire ai poemi di Alberto Samonà quelli di Leopardi. «Non ho letto le sue poesie e non le leggerò. Fortunatamente nazismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia, sono la stessa feccia», ha affermato il leader del Carroccio.

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